Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

I dubbi della Consulta sul cognome paterno ai figli

I dubbi della Consulta sul cognome paterno ai figli

Corte solleva davanti a se stessa questione di costituzionalità

ROMA, 15 gennaio 2021, 14:54

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Cinque anni fa la Corte costituzionale aveva definito "indifferibile" un intervento del legislatore per riformare in maniera organica "secondo criteri finalmente consoni al principio di parità" la questione del cognome da attribuire ai figli. Da allora però non è cambiato niente, con i progetti di riforma rimasti al palo. Forse stanca di questa inerzia, la Consulta dà ora una scossa al Parlamento.
    E mette direttamente sul proprio tavolo la pronuncia sulla legittimità dell'articolo 262 del Codice civile che stabilisce come regola l'assegnazione ai figli del solo cognome paterno. Lo fa sollevando davanti a se stessa la questione di costituzionalità di quella norma. Non è la prima volta che accade, ma si tratta di decisioni poco frequenti e che hanno un peso. E che in genere hanno portato a pronunce di incostituzionalità.
    La scelta è maturata nella camera di consiglio in cui la Consulta ha esaminato la questione di legittimità sollevata dal Tribunale di Bolzano sul primo comma dell'articolo 262 nella parte in cui non consente ai genitori di assegnare al figlio, nato fuori dal matrimonio ma riconosciuto, il solo cognome materno.
    Ma i giudici costituzionali hanno ritenuto di dover andare alla radice del problema, cioè di pronunciarsi, prima ancora che su questo, sulla regola generale che vale per tutti i figli, nati fuori o dentro il matrimonio. Questione "pregiudiziale" rispetto a quella sollevata dal tribunale di Bolzano.
    Un esito che può non sorprendere considerato che il giudice relatore della decisione è Giuliano Amato, lo stesso della sentenza del 2016, che già dette un colpo di piccone all'automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, dichiarandola incostituzionale "in presenza di una diversa volontà dei genitori". Quella sentenza, che riponeva comunque le sue speranze nella capacità di intervento del Parlamento, definì l'impossibilità per la madre di dare al figlio sin dalla nascita il proprio cognome "un'irragionevole disparità di trattamento tra i coniugi, che non trova alcuna giustificazione nella finalità di salvaguardia dell'unità familiare". Ora si potrebbe aprire un altro varco, nel nome della parità.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza