Circa 300 tamponi
analizzati ogni giorno. Sono i numeri del laboratorio 'covid-19'
dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Grazie a
due workstation Nimbus, i 4 microbiologi riescono a lavorare i
tamponi effettuati su tutto il territorio dell'Asp, cui si sono
aggiunti, da qualche settimana quelli provenienti dal censimento
per gli arrivi in Calabria, attivato dalla Regione attraverso
una piattaforma digitale di registrazione gestito dalla
Protezione civile. Nello stesso edificio, l'ambulatorio USCA,
l'Unità speciale di Continuità Assistenziale istituito con il
DPGR n. 25 del 29 marzo, per la gestione domiciliare dei
pazienti affetti da Covid-19. Sono molti, infatti, vacanzieri o
calabresi che provenendo da fuori regione scelgono
spontaneamente di sottoporsi al tampone. Una affluenza che i
sanitari stanno affrontando grazie ad una perfetta
organizzazione delle presenze articolate per appuntamento e con
orari di apertura prolungati. Il laboratorio, diventato centro
di riferimento Covid-19 dopo l'accreditamento ministeriale del
20 marzo scorso, dal 26 dello stesso mese ad oggi ha effettuato
oltre 21mila tamponi. Numeri di tutto rispetto che danno l'idea
del grande sforzo organizzativo e personale messo in campo dai
biologi del laboratorio, recentemente trasferito in locali più
accoglienti e meglio organizzati. "Stiamo lavorando da mesi
senza interruzione - afferma il dirigente dr. Pasquale Surace -
con turni che spesso sfiorano le 12 ore continuate. Devo dare
atto alla Commissione straordinario dell'Asp, al direttore
sanitario, al capo distretto, e al responsabile del dipartimento
di Prevenzione per aver risposto al bisogno di nuovo personale,
proprio in virtù dell'aumentata affluenza da pandemia, che ha
permesso di mantenere alto il livello di produttività anche per
questo mese di agosto, nel corso del quale, però, è molto
difficile immaginare periodi, anche brevi, di ferie". Il
laboratorio effettua anche le normali analisi di chimica
clinica, ed è centro di riferimento dell'Asp per il monitoraggio
e cura delle malattie sessualmente trasmesse, oltre al servizio
che riguarda le case di detenzione di San Pietro e di Arghillà
per i controlli sui detenuti.
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