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Teatro: a Napoli 'Ordinaria violenza' di Fortunato Calvino

In scena dal 31 gennaio nell'Accademia di Belle Arti

(ANSA) - NAPOLI, 27 GEN - E' di debolezza e di amori impossibili che si narra in 'Ordinaria violenza' di Fortunato Calvino, prima parte di una trilogia dedicata al tema della violenza sulle donne, che debutterà martedì 31 gennaio (con repliche l'1 e 2 febbraio) alle 17:30 nel Teatro Antonio Niccolini dell'Accademia di Belle Arti di Napoli.
    L'allestimento vede protagonisti in scena Rossella Di Lucca (Anna), Luigi Credendino (Mario), Eleonora Flauto (Elena), Francesco Barra (Figlio) e Angela Flauto. "In Ordinaria Violenza, il teatro di Fortunato Calvino si fa, ancora una volta, specchio di una società contemporanea malata, abitata da figure femminili accecate da amori impossibili, pronte a proteggere fino alla fine i loro carnefici, sorde dinanzi ai suggerimenti dei familiari, che, vanamente, tentano di salvarle dal loro inutile quanto abominevole martirio quotidiano" spiegano i promotori dell'evento.
    Un teatro che mira, come fine ultimo, alla consapevolezza critica dello spettatore nel suo essere anello indispensabile di una comunicazione fra scena e società. Una visione nella quale non sembra essere contemplata la Napoli borghese, ma principalmente quella della passione, della miseria, umana e culturale. "E' un testo - dice il regista Calvino - sulla donna violentata e umiliata, su quella violenza più che mai presente nella nostra tecnologica società dei consumi, sulla rabbia che quotidianamente l'uomo riversa sulla propria compagna vissuta come la 'discarica' di tutte le sue frustrazioni, su l'uomo che massacra di botte la donna, che la sottomette a sé fisicamente e psicologicamente. Questa storia la dedico a tutte le donne vittime della cieca violenza dell'uomo". L'arco di tempo dell'azione scenica della prima parte della trilogia è ambientata negli anni Cinquanta fino all'inizio degli anni Settanta. Anna cerca di assolvere il brutale comportamento del marito, incolpando l'orrore e la disperazione della guerra, foriera di traumi irreversibili. In realtà l'uomo è preda di una gelosia che gli attanaglia la mente, spingendolo a gesti estremi. La donna diventa, per quest'ultimo, causa dei suoi fallimenti e, come tale, oggetto di continue aggressioni fisiche e psicologiche. (ANSA).
   

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