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Sos alluvioni per 250mila romani, Autorità distretto vara un piano

D'Angelis,rischio più elevato d'Europa. Rimuovere 30 relitti

Redazione ANSA ROMA

 "La Conferenza istituzionale conclusa al ministero dell'Ambiente con i ministeri delle Infrastrutture, Agricoltura, Beni culturali, Protezione Civile, le Regioni Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Lazio e l'Autorità di Distretto idrografico dell'Italia Centrale ha adottato il Piano stralcio per la salvaguardia dal rischio alluvioni del Tevere, Aniene e del reticolo minore". Lo fa sapere, in una nota, Erasmo D'Angelis, Segretario Generale dell'Autorità di Distretto ex Tevere. Si tratta, aggiunge, del "risultato di un lavoro di analisi tecnica soprattutto delle condizioni di elevato rischio alluvione nell'area metropolitana della Capitale. La nuova perimetrazione delle aree alluvionabili presenta un quadro di rischio per oltre 250.000 cittadini, il più elevato d'Europa".

"Il Tevere oggi è in condizioni vergognose e indegne di una Capitale, e purtroppo il rischio alluvioni è tale da non dormirci la notte e frutto di anni di incuria e cementificazione selvaggia, anche abusiva, permessa e tollerata perfino sulle golene del fiume - denuncia D'Angelis, - Abbiamo consegnato alle istituzioni la mappa di circa 150 km di vie d'acqua (fossi, canali) tributarie del Tevere e dell'Aniene da ripristinare e oggi irriconoscibili e 'tombate' irresponsabilmente anche da molti romani che le hanno trattate come discariche per ogni tipo di rifiuti, e abbiamo chiesto la rimozione immediata di oltre 30 relitti arrugginiti affondati nel Tevere da anni e mai rimossi".

"L'analisi dei 55 km da Castel Giubileo alla foce mostra - aggiunge il segretario Generale dell'Autorità di Distretto ex Tevere - ben 120 ettari di golene su 1150 ormai cementificate e 9 km di sponde ricoperte da vegetazione infestante con tronchi pronti a fare da tappo in caso di piena. Ci sono 2.7 km di banchine con smottamenti e nel degrado totale, sulle 59 installazioni galleggianti poche risultano in regola con le concessioni e hanno ormeggi adeguati". "Tratti di sponde sono spesso - prosegue - altre discariche abusive e ricoveri di varia umanità che in caso di piena rischiano la vita. Abbiamo chiesto anche di tenere in perfetta efficienza la rete fognaria che a Roma in alcune zone ormai non fa defluire nemmeno un acquazzone e provoca allagamenti". Il Piano "Tevere sicuro" del Distretto prevede anche la progettazione di opere per la massima sicurezza strutturale. "Le istituzioni ora non hanno più alibi, l'allarme è molto serio e bisogna guardare in faccia la realtà e rimboccarsi le maniche accelerando anche sul 'contratto di fiume' che - conclude - offre opportunità notevoli per la tutela e il recupero di qualità e bellezza del più antico monumento di Roma".

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