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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Da frutto proibito a risorsa per l’industria, le cento vite di una mela

La scoperta dell'Università di Bolzano

Canale Energia - E se per fare economia circolare si cominciasse da una mela? Secondo l’università di Bolzano è possibile. La ricetta è in un brevetto del team di Matteo Scampicchio, professore di Tecnologie alimentari, nei laboratori al NOI, il Parco tecnologico di Bolzano.
I ricercatori hanno sfruttato il potenziale dell’estrazione attraverso anidride carbonica supercritica per ricavare composti fenolici e antiossidanti dagli scarti della lavorazione delle mele. “Da 1 kg di scarto si ottengono circa 70 g di antiossidanti per una resa di processo di circa il 7%- spiega a Canale Energia la dott.ssa Ferrentino Giovanna ricercatrice del team – Si possono utilizzare anche mele scartate o andate a male”.


Gli scarti di una produzione locale diventano risorsa per altre aziende
In questo modo diventa possibile trasformare gli scarti della produzione di mele in prodotti naturali utili ad altre tipologie di industrie, come suggerisce la dott.ssa Ferrentino “A livello industriale questi elementi potrebbero essere applicati in prodotti cosmetici, per alimentazione animale, o antiossidanti per prodotti alimentari”.
Il tutto sembra anche ad un costo di materia finita minore rispetto le risorse sintetiche attualmente in uso, inoltre i composti così ottenuti svolgono una più elevata azione antiossidante rispetto a quelli ricavati grazie a tecnologie tradizionali come la macerazione o l’estrazione tramite solvente.
Un rifiuto che si trasforma in risorsa per una zona come il Trentino Alto Adige in cui la produzione annua di mele è di circa 1 milione di tonnellate “Di questa produzione circa il 20-25% è uno scarto (costituito da semi e bucce)”.


Una terza vita anche dopo il processo di trasformazione
Un’altra buona notizia è che gli scarti del processo di trasformazione hanno ancora un utilizzo, come sottolinea la Ferrentino “come concime dopo compostaggio, in discarica o in Trentino anche come biomassa da alimentare per fare energia”.
Rispetto all’impatto ambientale e energetico del processo chimico nella estrazione degli elementi, invece ci spiega la ricercatrice non è stata ancora effettuata una stima.