Quotidiano Energia - In attesa della valutazione di Bruxelles sui Pniec, prevista entro fine mese, fronte mobilità arriva un giudizio molto duro sui piani dalla ong ambientalista Transport & Environment, secondo cui “tutti i Paesi hanno bisogno di implementare politiche ben più efficaci”.
“In questo momento, la maggior parte dei piani nazionali sui trasporti comporterebbe il mancato adempimento dei target europei vincolanti al 2030”, nota in particolare Carlos Calvo Ambel, direttore analisi e trend di T&E. In un report pubblicato ieri, la federazione ambientalista stila anche una classifica sull’efficacia dei Pniec, inserendo l’Italia in diciassettesima posizione tra i Ventotto.
“Quello che preoccupa maggiormente nella bozza di piano inviata dal Governo italiano a Bruxelles è la promozione del gas naturale nei trasporti”, commenta la manager per l’Italia di T&E, Veronica Aneris, “se vogliamo centrare l’obiettivo di Parigi è necessario adottare sin da ora misure in grado di mettere il settore sulla giusta rotta per un trasporto a emissioni zero, come la mobilità elettrica, su cui attualmente il piano punta in maniera troppo timida”.
Critiche alla strategia italiana arrivano anche per “un’eccessiva enfasi” sulle vetture plug-in rispetto alle elettriche pure e per l’assenza di indicazioni sul trasporto leggero. Per quello pesante, ma sempre su gomma, l’analisi esprime un giudizio negativo sul riferimento esclusivo al Gnl (idem per le navi), mentre apprezza l’impegno per intermodalità e ferrovie. Discorso simile per il Tpl: “anche se i bus elettrici vengono nominati, il focus è su quelli a gas”. Per il lungo raggio viene bocciata invece l’assenza di cenni all’aviazione.
Toccato pure il tema biocarburanti, per i quali secondo T&E non c’è nella strategia una sufficiente diminuzione delle componenti di prima generazione, mentre per quelli avanzati ci si affida solo al biometano “che però servirà anche ad altri settori”.
Favorevole il giudizio sull’inserimento nel piano di “una vasta gamma di argomenti” relativi all’innovazione, ma in chiaroscuro quello sulle incentivazioni soft alla mobilità alternativa. “Ci sono riferimenti alle zone a traffico limitato ma non vengono forniti dettagli”, e “anche per lo sviluppo della sharing mobility servono informazioni più specifiche”.
“L’onda verde delle elezioni europee mostra che gli europei vogliono che la Ue si impegni per il clima”, conclude Carlos Calvo Ambel, “la nuova Commissione dovrà spingere i Governi a ricominciare daccapo”.