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Greenpeace, statua giustizia contro World Economic Forum

A Davos,per chiedere regole vincolanti su responsabilità imprese

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Una statua della Giustizia collocata nei pressi di Davos, in Svizzera. E' la protesta inscenata da Greenpeace in vista del World Economic Forum per chiedere ai governi di interrompere gli abusi delle multinazionali sull'ambiente e le violazioni dei diritti umani. Un nuovo rapporto di Greenpeace International "Giustizia per le persone e per il pianeta" individua dieci principi fondamentali necessari per ottenere regole efficaci e vincolanti sui comportamenti e sulle responsabilità delle imprese, ma i Governi - affermano - hanno reso possibile un clima di sostanziale impunità per le aziende.

Il rapporto analizza ventuno casi specifici che mostrano come le aziende hanno utilizzato trattati internazionali su regolamenti, fiscalità e investimenti. Si evidenziano inoltre le collusioni con la politica e una serie di barriere alla giustizia che tutelano i profitti ai danni dei diritti umani e dell'ambiente.

Tra le società menzionate nel rapporto ci sono colossi come Dow, DuPont, Exxon, Monsanto, Nestlé, Novartis (Sandoz), Total, e VW e tra i casi analizzati c'è quello che riguarda la ICIG, una multinazionale con sede in Lussemburgo che dal 2009 controlla l'azienda veneta Miteni. "Per decenni - denuncia Greenpeace - Miteni ha sversato nell'ambiente sostanze chimiche pericolose che oggi espongono 350 mila persone, nelle provincie di Padova, Verona e Vicenza, a rischi sanitari gravi". "A Davos - dichiara Matthias Wüthrich di Greenpeace Svizzera - l'élite finanziaria ed economica del Pianeta discuterà di come 'realizzare un futuro condiviso in un mondo fratturato'. Se davvero vogliamo proteggere questo fragile pianeta, abbiamo bisogno di giustizia al cuore della governance globale". 

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