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Althesys, Roma sui rifiuti è senza strategia e imprenditorialità

Marangoni, serve termovalorizzatore e più raccolta differenziata

Redazione ANSA ROMA

A Roma "mancano una strategia industriale, una visione di lungo periodo e la capacità imprenditoriale e per gestire i rifiuti". E' quanto emerge dal Waste Strategy di Althesys (Was), il think tank di riferimento in Italia per l'industria dei rifiuti, secondo cui è necessario aumentare quantità e qualità della raccolta differenziata e un termovalorizzatore.
    "L'Ama tratta solo un terzo dei volumi, la soluzione Tmb (Trattamento meccanico-biologico) è solo un passaggio intermedio che aggrava i costi, la differenziata non è gestita soprattutto per quanto riguarda l'organico, settore in cui si riutilizza solo il 6% degli scarti - dice il think tank - E siamo al paradosso che un incremento della raccolta differenziata aggraverebbe ulteriormente la situazione in assenza di investimenti in nuova capacità".
    L'Ama, spiega Althesys, "ha una capacità autorizzata per trattare circa il 48% della produzione di rifiuti indifferenziati di Roma, ma i volumi trattati nel 2016 sono solo il 33%. La città dipende quindi fortemente da impianti di terzi, in particolare da quello di Malagrotta (43,4% del totale)".
    "Purtroppo il sistema è inadeguato non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche tecnologico" rileva Marangoni osservando che "il Tmb resta un trattamento intermedio (e un aggravio di costi) che non chiude il ciclo dei rifiuti, che devono essere poi smaltiti in discarica o inceneriti. Per risolvere in maniera strutturale il problema senza ricorrere alle discariche, oltre ad aumentare quantità e qualità della raccolta differenziata, è necessario costruire un termovalorizzatore per il rifiuto tal quale".
    Ancor più grave, è che Ama "non è neppure in grado di gestire una parte consistente della raccolta differenziata. Delle 700.000 tonnellate, circa 250.000 sono organico, mentre l'unico impianto di compostaggio di Ama (Fiumicino) è autorizzato a trattarne 30.000 tonnellate all'anno e nel 2016 ne ha gestite meno del 6%, solo 14.000. Il resto deve essere trasferito ad altri siti di terzi fuori regione".

"Nella capitale - spiega l'A.d. di Althesys ed economista Alessandro Marangoni - si sono prodotti nel 2016 circa 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti di cui meno della metà (circa 700.000) sono raccolti in modo differenziato per poter essere avviati a riciclo. Rimangono quasi un milione di tonnellate di rifiuti indifferenziati che sono avviati a trattamento meccanico biologico per poter essere successivamente inviati in discarica o a termovalorizzatori". "La dotazione impiantistica di Ama, di fatto, è insufficiente a gestire la produzione attuale di rifiuti di Roma - afferma l'economista - e l'aumento della raccolta differenziata non risolve il problema in assenza di investimenti in nuova capacità. Servono impianti sia per l'organico (compostaggio e digestione anaerobica con produzione di biogas-biometano), sia per l'indifferenziato (termovalorizzatore). In conclusione, finora a Roma è mancata una gestione industriale. Nel 2016, ad esempio, Ama ha investito 1,7% sul valore della produzione (la metà del 2015) contro il 4,7% medio delle maggiori 100 aziende del waste management rilevato dal Was".
   

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