(ANSA) - MONTEVIDEO, 15 GIU - Infrastrutture tecnologiche e
sviluppo umano. I due termini non sono antitetici bensì
complementari, spiega Carolina Cosse, la ministra uruguaiana
dell'Industria, il cui dicastero organizza una teleconferenza
martedì 16 giugno al padiglione del Paese sudamericano nella
Expo Milano 2015, per promuovere gli investimenti stranieri.
"Abbiamo approfittato della crescita economica che è venuta
a ritmo sostenuto per portare avanti importanti investimenti
pubblici in infrastrutture, ma l'infrastruttura fondamentale
resta quella umana", sottolinea la ministra.
Cosse descrive le aree di maggior interesse per il governo
di Montevideo: "Il nostro obbiettivo è puntato sulle attività
che richiedono il maggior grado di conoscenza: chimica
farmaceutica, biotecnologie, nanotecnologie, sviluppo di
software e innovazione. Se poi sono attività che hanno ricadute
sul settore agricola, che resta un pilastro del paese, ancora
meglio".
L'Uruguay conta con una rete elettrica omogenea sul
territorio e di alta qualità, tradizionalmente di origine
idroelettrico ma nella quale l'energia eolica già rappresenta il
15%, con progetti di sviluppo tanto per il fotovoltaico come per
la biomassa e programmi di promozione per l'ottimizzazione
dell'energia.
"Per noi questo non è una semplice questione economica, ha
dei risvolti culturali. Si tratta di imparare a consumare in
modo responsabile, incominciando dall'energia", sottolinea la
ministra, segnalando che esistono incentivi per le aziende
-piccole, medie o grandi- che si distinguano per la loro
efficienza nel consumo energetico.
All'importante rete di telecomunicazioni già esistente -90%
delle famiglie collegabili alla rete di fibra ottica e 40% già
collegate, 65% collegate a Internet- si aggiunge, indica Cosse,
il progetto al quale l'Uruguay sta lavorando insieme a Google e
aziende brasiliane e africane, per istallare un cavo di fibra
ottica che colleghi il paese con gli Stati Uniti.
"Questo renderà ancora più facile - spiega la ministra- che
si istallino da noi aziende che hanno bisogno di reti di
comunicazione di alta qualità. E stiamo costruendo un Data
Center di terzo livello (3rd tier) che sarà il più grande
dell'America del Sud. Chi lavora nel settore sa cosa vuole dire"
Ma Cosse insiste che l'infrastruttura tecnologica non è
l'unica che conta. Non bisogna dimenticare che, da una parte,
"l'Uruguay è un paese noto per il suo sistema legale, il suo
rispetto della democrazia e del diritto alla privacy, e dunque
un luogo ideale per immagazzinare dati", ma soprattutto che "chi
investe da noi sa che può contare sull'infrastruttura umana".
"In Uruguay abbiamo un'istruzione pubblica, laica e di
qualità dalla fine del secolo XIX, che negli ultimi anni abbiamo
arricchito con tutte le dotazioni tecnologiche: una laptop per
ogni scolaro, un collegamento a Internet per ogni stabilimento
educativo, e una rete di alta velocità per le università. E
questo segna una differenza tanti cruciale quanto i costi
competitivi", spiega la ministra. (ANSA)
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30 ott. 2015