Federlavoro, modello operai-imprenditori

Primo incontro di Confcooperative a Esposizione Universale

Redazione ANSA MILANO

MILANO - In tempi di crisi si sviluppano nuovi modelli di cooperazione tra lavoratori, come quello dei 'workers buyout', gli operai-imprenditori: quando l'azienda chiude per motivi economici gli operai diventano imprenditori e l'impresa rinasce. Questo fenomeno è stato al centro del primo di diciassette incontri organizzato da Confcooperative a Expo, nello spazio dedicato alle realtà della società civile, Cascina Triulza. Ad aprire il ciclo di eventi è stata la realtà di Federlavoro e Servizi (cooperative di facility management, trasporto persone e merci, facchinaggio, pulizie, manifatturiero, metalmeccanico) con un focus dedicato alle nuove forme di cooperazione tra lavoratori che si stanno diffondendo anche in Italia.

Con il fenomeno dei 'workers buyout' un gruppo di dipendenti rimasti disoccupati decide di rilevare l'attività, salvando il proprio posto di lavoro ma anche la fetta di esistente di mercato. In Italia, secondo dati Confcooperative, sono circa un centinaio i lavoratori che hanno ricreato lavoro per altre 3 mila persone, negli anni della crisi. "Questo è un fenomeno che dà speranza e serve a superare la crisi - ha commentato il presidente di Federlavoro e Servizi, Massimo Stronati - Noi cerchiamo di creare opportunità di lavoro nonostante le difficoltà della crisi, il tema di Expo noi lo trattiamo nella quotidianità dei territori, perchè non delocalizziamo e la nostra identità è forte. Nutriamo i territori con attenzione". Tra gli esempi di 'workers buyout' italiani ci sono le sette sartine di Cingoli (Macerata), che dopo il fallimento dell'azienda tessile dove lavoravano hanno deciso di rilevare l'attività e trasformarla in sartoria cooperativa. Adesso realizzano oltre 200 abiti al mese e arrivano commesse anche da importanti marchi del fashion. A Orcenico (Pordenone) gli operai della Ideal Standard, dopo la chiusura a dicembre dello stabilimento di arredo per il bagno, sono ripartiti in 50 con una nuova cooperativa (IdealScala). Il piano prevede di incrementare in tre anni i lavoratori e arrivare a 150.

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