Bolivia, è la Giornata della Coca e dell'acullico

Viceministro, siamo qui per dimostrare che non è una droga

Redazione ANSA MILANO

(di Ilaria Liberatore)

MILANO - La Bolivia porta a Expo la 'Giornata internazionale della Coca', un evento che rientra nelle numerose attività del governo di La Paz per la depenalizzazione della foglia di coca e per far conoscere il valore terapeutico, nutrizionale e culturale che la pianta ha per le popolazioni andine. Durante la conferenza stampa, tenutasi a Cascina Triulza e intitolata 'L'importanza della Coca nella società boliviana: l' 'acullico' e l'uso nel mondo andino. La Coca, come forma di resistenza sociale', sono intervenuti, fra gli altri, il viceministro della Coca e dello Sviluppo Integrale della Bolivia, Gumercindo Pucho, e il direttore dell'Unità per lo Sviluppo Integrale e di Produzione della Bolivia, Jesús Sanez. Al centro dell'incontro la coltivazione della coca e, in particolare, l' acullico, la masticazione delle foglie, praticata dalle popolazioni andine da secoli (le prime tracce risalgono al V secolo a.C.). Grazie alle proprietà estratte da questa millenaria foglia riescono a combattere la fame, la stanchezza e sopportano la vertigine. E non solo. "La coca combatte l'obesità e il diabete, i dolori di stomaco, favorisce la longevità - ha spiegato il viceministro Pucho -. Il consumo quotidiano di 100 grammi di foglia di coca può fornire la quantità di nutrienti che si deve assumere giornalmente. Lo hanno dimostrato diversi studiosi". In particolare, nel 1975, una ricerca dell'Università di Harvard ha dimostrato che la foglia di coca possiede un 46% di carboidrati, un 18% di proteine e un 14% di fibra vegetale, e che solo l'1% è l'ingrediente della cocaina. "Siamo qui per dimostrare - ha aggiunto Pucho - che la coca non è una droga, non è nociva, ma potrebbe invece essere una soluzione concreta alla fame nel mondo".
La lotta per la legalizzazione della coca ha avuto un posto importante nell'agenda del presidente Evo Morales, lui stesso 'leader dei cocaleros', i coltivatori di coca. Durante tutta la sua carriera politica Morales ha combattuto per far riconoscere questa pratica parte della cultura nazionale, senza perdere di vista la lotta al narcotraffico e alle droghe. Nella Costituzione del 2009, l'art. 384 sancisce che "lo Stato protegge la tradizione della coca come patrimonio culturale e fattore di coesione sociale - ha ricordato il viceministro - e ne autorizza la coltivazione dello stretto necessario per il consumo legale. Le coltivazioni che eccedevano questa quantità sono state sradicate, e molte famiglie la cui economia, prima, si basava essenzialmente sulla coltivazione di coca, negli anni l'hanno sostituita con banana, palma nana, cacao, ananas, caffè e altri prodotti". Nel 2011 la Bolivia ha rinunciato alla Convenzione Unica dell'Onu sugli stupefacenti, perché proibisce l'acullico, per poi essere riammessa due anni dopo, con la possibilità di legalizzare la tradizione.
Ma non c'è solo la tutela della biodiversità e delle tradizioni locali, negli obiettivi di La Paz. "Vogliamo commercializzare le foglia di coca a livello internazionale ed esportare prodotti derivati - ha spiegato Pucho - purché rispettino il limite in materia di alcaloidi, stabilito dalla Convenzione Unica, che è dello 0,1%. Molti Paesi sarebbero favorevoli, sia latinoamericani che europei". Per questo al termine della conferenza sono stati presentati alcuni prodotti già commercializzati in Bolivia: tra questi la gazzosa di coca, il liquore di coca, il mate alle foglie di coca (usato a scopi medicinali, soprattutto contro problemi di stomaco), e analgesici spray per dolori muscolari. 

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