"I rapporti tra Corte costituzionale
e Parlamento sono complessi e articolati: l'azione del
Parlamento è in certa misura controllata dalla Corte, ma spesso
è la Consulta stessa a tutelare la sfera di azione
parlamentare". Lo ha detto Marta Cartabia, vicepresidente della
Corte Costituzionale inaugurando oggi la Spring school di
Diritto parlamentare della scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
"In Italia, la Corte - ha spiegato - è custode della
Costituzione essenzialmente in quanto giudice delle leggi, e ciò
significa in primo luogo che dove non c'è la legge la Corte non
può intervenire. Talvolta la Consulta è accusata di eccessivo
attivismo. Ciò anche perché continuiamo a chiederci chi abbia
l'ultima parola, chi 'chiuda il sistema', immaginato come una
piramide gerarchicamente ordinata: la realtà invece è che ogni
istituzione è immersa in una rete di rapporti poliedrici. In
questi rapporti complessi, la Corte può essere più o meno
timida, anche e soprattutto nei rapporti con il legislatore".
E' in questo contesto, ha concluso Cartabia, "possono essere
usati vari strumenti, tra i quali i cosiddetti moniti, che però
spesso sono stati disattesi dal Parlamento, anche per anni: in
ogni caso, anche se il redattore delle sentenze ha un ruolo
indubbiamente di rilievo, è sempre bene ricordare che la Corte è
un organo collegiale, segnato dalla condivisione fino alle
virgole".
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