Secondo i dati Istat aggiornati al
2014 relativi a bullismo e cyberbullismo, oltre il 50% degli
studenti tra gli 11 e i 17 anni ha subito da coetanei atti
offensivi (verbali o fisici); di questi, il 10% confessa che gli
si tratta di atti ripetuti settimanalmente. La maggior parte
delle vittime sono ragazze tra gli 11 e i 13 anni che subiscono
soprattutto episodi di cyberbullismo e soprattutto nel Nord
Italia. Ma, dati Telefono Azzurro 2015-2016, l'81% dei genitori
minimizza il fenomeno. Nell'occhio del ciclone della fotografia
scattata dall'Istat ci sono le scuole medie seguite dai licei,
dagli istituti tecnici e infine dai professionali. E' partendo
da questi dati che oggi l'Anp (Associazione nazionale presidi) e
l'associazione nazionale Penelope (S)comparsi uniti hanno
organizzato un convegno alla Camera per trovare possibili
sinergie.
"La scuola c'è, c'è sempre stata ed è più che mai attenta a
questo fenomeno. Chiediamo di non essere lasciati soli in questa
lotta - ha spiegato Marina Imperato dell'Anp - che troppo spesso
non vede le famiglie al nostro fianco". Dello stesso avviso
Riccardo Lancellotti dirigente dell'Ufficio scolastico regionale
per il Lazio: "Serve un patto di corresponsabilità educativa e
interventi interistituzionali. Soprattutto bisogna concentrarsi
sulla prevenzione e creare le condizioni affinchè questo
fenomeno non si verifichi".
Nel corso del convegno sono stati letti anche i dati del
Telefono Azzurro relativi all'anno scolastico 2015-2016 che
forniscono una chiave di lettura allarmante: l'81% dei genitori
dunque minimizza il problema, il 49% dei professori non sa
rendere consapevoli i genitori, il 20% sempre dei professori
presenta difficoltà di comprensione del fenomeno e il 10% delle
vittime ha pensato al suicidio.
"Lo smartphone è il principale strumento che ha trasformato
il bullismo in cyberbullismo - ha detto il presidente dell'Anp
Antonello Giannelli - amplificando la visibilità degli eventi.
Le immagini rimbalzano nella rete e approdano sui media e
l'aggressore diventa la nuova vittima di un sistema di risonanza
mediatica che non rieduca e non perdona. A tre giorni dalla
nomina dei nuovi ministri mi auguro che possano nascere
collaborazioni produttive".
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