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Antimafia: 90 mila beni arte recuperati

Antimafia: 90 mila beni arte recuperati

Bindi, 43 mila opere false sequestrate. Serve legge ad hoc

ROMA, 29 maggio 2018, 15:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nel quadriennio 2014-2017 sono stati più di 90 mila i beni antiquariali, archivistici e librari recuperati e oltre 130 mila i reperti archeologici sequestrati, per un valore complessivo di circa 270 milioni di euro. E' quanto emerge dalla Relazione finale della Commissione parlamentare antimafia presieduta dall'ex parlamentare Rosy Bindi che domani, a Palermo, presenterà le novità sull'inchiesta, condotta dalla Commissione, sul furto della Natività di Caravaggio, rubata a Palermo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969. "Le attività d'indagine più recenti - spiega l'Antimafia nel documento di fine legislatura - dimostrano che la destinazione finale dei beni culturali sottratti è sempre più canalizzata, per le opere di notevole rilevanza storico-artistica, verso i mercati di altri Paesi, anche economicamente più forti, e che la presenza di cointeressenze economiche con esponenti di spicco di consorterie criminali anche di stampo mafioso è una effettiva realtà". L'Antimafia rileva come anche la contraffazione delle opere d'arte rappresenta un fenomeno che può attrarre la criminalità, anche di tipo mafioso. L'analisi statistica ha permesso di constatare la crescente rilevanza di questo fenomeno: il numero di opere false sequestrate, nello scorso anno, è stato di 43.853 per un valore economico stimato in oltre 218 milioni di euro, a fronte dei 57 milioni di euro riferito all'anno 2016. Tra i beni sequestrati, 43.814 sono opere di arte contemporanea che permane l'ambito di maggiore interesse. L'orizzonte operativo deve tener conto, a parere dell'Antimafia, anche dello scenario internazionale relativo alle aree di crisi "nelle quali è presente una continua attività di saccheggio di reperti archeologici che, transitando nei mercati esteri, contribuisce a finanziare indirettamente il terrorismo internazionale e ad alimentare le possibilità, per le organizzazioni criminali, di attingere ad importanti 'serbatoi' di opere da immettere negli scambi commerciali". Una criticità rilevata dalla Commissione presieduta da Bindi nella passata legislatura è che "il principale strumento normativo alla base delle investigazioni, quasi esclusivamente svolte dal Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, è rappresentato dal Codice dei beni culturali e del paesaggio". Ma il limitato vigore sanzionatorio della legislazione speciale "la rende meno incisiva rispetto alle norme del codice penale che, paradossalmente, meglio si adattano allo sviluppo delle indagini sul patrimonio culturale". Per un più efficace contrasto al traffico nazionale e internazionale di beni culturali - osserva Bindi nella Relazione - occorre quindi dotare la magistratura e le forze di polizia, in particolare i reparti di polizia specializzati, di strumenti adeguati. L'Antimafia auspica l'esame di un disegno di legge in materia da parte del nuovo Parlamento "a beneficio del lavoro dell'autorità giudiziaria e dei reparti di polizia per contrastare un fenomeno che è sempre più transnazionale".
   

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