Dopo mesi di lontananza a causa del
coronavirus, ieri sera, finalmente il pubblico è rientrato al
Teatro Carlo Felice con le Serenate Serenate in mi minore di
Elgar e quella in do maggiore di Cajkovskij. Il lirico, forte
della certificazione rilasciata nei giorni scorsi da Rina, ha
potuto organizzare un primo concerto al chiuso in attesa di
inaugurare, il prossimo venerdì, il Festival della danza e della
musica a Nervi.
Ieri, dunque, duecento spettatori, questo il numero al
momento consentito nonostante l'ampiezza della platea, si sono
sottoposti all'entrata al controllo della temperatura, hanno
compilato un modulo con le loro generalità e sono entrati tutti
rigorosamente con le mascherine, per sedere ai loro posti
opportunamente distanziati l'uno dall'altro come vuole il
decreto sulla sicurezza. Distanziamento anche sul palco con gli
strumentisti ognuno a un leggio, violini e viole in piedi, tutti
muniti di mascherine all'ingresso, appoggiate poi accanto alle
parti musicali al momento dell'esecuzione.
Orchestra d'archi, dunque, sotto la guida del primo violino
Elisabetta Garetti. Un programma non facile anche perché la
Serenata del grande compositore russo è particolarmente
conosciuta e amata dai musicofili. E qualche insidia certamente
la nasconde, soprattutto se la lettura prescinde dalla figura
del direttore. L'esito alla fine è stato piacevole con calorosi
applausi alla compagine genovese.
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