Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Dai bermuda al piercing, dress code per 1 studente su 4

Dai bermuda al piercing, dress code per 1 studente su 4

Sondaggio Skuola.net; tra i divieti anche le unghie finte

ROMA, 27 marzo 2023, 15:14

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Vietato indossare unghie finte a scuola, in quanto "dannose per la salute e possono anche ferire i compagni". La recente circolare di un istituto del torinese è solo l'ennesimo caso di una prassi abbastanza diffusa: normare in ambito scolastico comportamenti, atteggiamenti e abbigliamento in modo che siano consoni al contesto. In mancanza di una normativa nazionale, sono infatti numerose le scuole che non si affidano solo al buon senso ma decidono di formalizzare il tutto con indicazioni pratiche. A confermarlo sono le indagini che periodicamente conduce il sito specializzato Skuola.net, per monitorare cosa succede nelle nostre scuole.
    Una di queste, realizzata qualche tempo fa, sembra proprio sgomberare il campo dall'idea che l'iniziativa della preside piemontese sia un episodio isolato. In quell'occasione, tra i 1.300 studenti di scuole secondarie intervistati, oltre 1 su 3 (più precisamente il 37%) raccontava di aver a che fare, all'interno del proprio istituto, con regole comportamentali giudicate dai diretti interessati "strane" se non addirittura "assurde". Si va dal non poter andare in bagno in determinati momenti della giornata all'impossibilità di indossare piercing al naso, passando per l'obbligo di lasciare la classe durante la ricreazione e per il divieto di scattare foto in classe se si indossa una maschera. Insomma la fantasia, a detta degli studenti, non manca.
    Anche se i campi dove si concentrano i regolamenti di istituto sembrano indirizzarsi soprattutto su due ambiti precisi: il vestiario e lo smartphone. La stessa ricerca, infatti, segnala come meno di 2 alunni su 5 (ovvero il 38%) dicono di essere liberi di indossare in classe quello che ritenevano più opportuno. Tutti gli altri invece, seppur con varie sfumature, riportano di un "dress code" scolastico: per il 26% è messo nero su bianco su una circolare, al 33% viene solo "suggerito" di vestirsi in modo sobrio, al 3% è imposta una sorta di divisa scolastica. Un altro sondaggio di Skuola.net ha mostrato come con i primi caldi i divieti sull'abbigliamento diventano ancora più pressanti: circa 6 studenti su 10 devono fare attenzione a come e quanto scoprono le gambe (con shorts, bermuda o gonne) e oltre 1 su 2 badare anche alla parte superiore del corpo (limitando l'uso di top, magliette corte o canottiere).
    Infine, parlando di divieti, non si può non ricordare la battaglia che il ministero dell'Istruzione e del Merito sta combattendo contro la presenza degli smartphone a scuola. Un tema su cui, però, molti istituti si sono mossi in autonomia già da tempo. A quanto evidenzia un terzo sondaggio di Skuola.net realizzato qualche settimana fa - con protagonisti 1.800 studenti (ancora una volta di medie e superiori) - oggi quasi 6 alunni su 10 hanno regole scritte anche sull'uso dei dispositivi personali in ambiente scolastico. A cui va aggiunto un 21% che per ora non ha ricevuto indicazioni ufficiali.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza