Ragazzi sottratti al giro di
interesse della mafia, progetti di promozione per la gente che
vive nei quartieri popolari, interventi per il recupero della
legalità. C'è un'antimafia sociale che traccia, tra sconfitte e
successi, un bilancio del proprio impegno civile. Nel
quarantesimo anniversario dell'attività del Centro Impastato il
19 settembre la chiesa di san Giovanni decollato nel quartiere
dell'Albergheria ospiterà un confronto tra volontari e parroci
che da anni sono impegnati sul fronte dell'antimafia con
un'opera assidua di riscatto sociale. La riflessione, dicono gli
organizzatori, dovrebbe aiutare anche a comprendere le cause di
qualche parziale fallimento come nel caso della pedofilia o
problemi come la disoccupazione, l'illegalità, la casa. Alcuni
degli operatori che sono stati impegnati nell'antimafia sociale
in uno dei quartieri maggiormente a rischio daranno la loro
testimonianza nell'incontro moderato da don Cosimo Scordato e
introdotto da Umberto Santino, presidente del Centro Impastato.
Interverranno don Baldassare Meli, che ha denunciato una vasta
rete di pedofilia e di spaccio; don Enzo Volpe della parrocchia
di santa Chiara punto di riferimento per migliaia di immigrati;
Nino Rocca e Michele Alamia del centro sociale San Francesco
Saverio; Donatella Natoli del distretto socio-sanitario e tra le
promotrici della biblioteca delle Balate; Tony Pellicane del
comitato di lotta per la casa.
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