Il testimone di giustizia Gennaro
Ciliberto ha scritto una lettera al neo ministro dell'Interno,
Matteo Salvini, perchè sostiene che, a causa della sua posizione
di testimone, rischia di perdere il posto di lavoro.
Ciliberto, 45 anni, di origini napoletane, sposato e padre di
due bambini, nel 2010 ha denunciato corruzione e camorra
infiltrate nelle grandi opere e da allora "vivo l'inferno di una
vita non vissuta", accusa spesso.
Nella missiva al titolare del Viminale, spiega di essere
attualmente "un precario del personale amministrativo tecnico e
ausiliario che lavora nella scuola (ATA)" e che "per ovvie
ragioni di sicurezza" la sua posizione é stata gestita sempre
in maniera diversa dal resto del personale della scuola.
"Nonostante la legge 45/2001 preveda l' aspettativa
retribuita per chi è inserito allo speciale programma di
protezione in località segreta - scrive Ciliberto - a me non è
stata applicata questa normativa. Nello specifico, in regime di
speciale programma di protezione e in attesa di ricevere
decreto di trasferimento in altra località lavorativa diversa da
quella di cui ero titolare e quindi pubblicamente visibile, per
attuare questo trasferimento ho dovuto attendere molti mesi
giustificando le mie assenze dal lavoro con certificati medici
emessi da medico della polizia e che non sono transitati tramite
Inps con protocollo elettronico ma inviati al referente del
Ministero dell'Istruzione regionale che aveva rapporti con il
Servizio centrale di protezione".
Ciliberto tra l'altro è stato riconosciuto invalido civile al
75% per una patologia cronica invalidante, è iscritto nelle
categorie protette e ha le mansioni ridotte.
"Tutti i certificati prodotti - afferma il testimone di
giustizia - venivano di concerto con il Servizio centrale di
protezione inviati ad un referente dell' ufficio regionale che a
sua volta li inviava alla scuola che mi aveva in carico:
giustamente ho ricevuto detrazioni sullo stipendio ma mai a
parametro zero". Questa situazione è andata avanti per tre anni,
"ma oggi - scrive - mi sono visto comunicare che il responsabile
del ufficio regionale sta facendo la rescissione del mio
contratto per troppi giorni di assenza di malattia. "Perchè non
ho gli stessi diritti di tutti i lavoratori portatori di
handicap? Come è possibile che nonostante le mie domande di
assegni familiari in tre anni non ho ricevuto un euro? Perché
vengo trattato in maniera discriminatoria?", si chiede
Ciliberto. "Perché sono un testimone di giustizia e perché,
come più volte mi è stato detto, il direttore dei servizi
generali non mi vuole in quella scuola perché è pericoloso
avermi per tutti gli alunni e docenti", risponde lui stesso.
"Il diritto al lavoro non può essere calpestato per la paura
di avere un testimone come personale Ata. Chiedo al Ministro di
intervenire per chiarire la mia posizione e di prendere in
visione le certificazioni di malattia prodotte. Se mi verrà
tolto il lavoro per me sarà l'ennesima sconfitta e la
dimostrazione che chi denuncia perde tutto: noi testimoni siamo
morti viventi", conclude.
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