"A seguito di un anno e mezzo di
chiusure crediamo che la riappropriazione degli spazi di
socialità all'interno della scuola, sia fondamentale, rendendo i
luoghi della formazione realmente attraversabili da tutti. La
scuola deve essere un luogo di crescita e relazione non palestra
di sfruttamento, precarietà e morte. Dopo due anni senza
risposte dalle istituzioni, dopo due anni che ci facciamo
sentire nelle scuole e nelle strade per cambiare la nostra
scuola, non accettiamo che l'unica risposta sia la repressione,
ora decidiamo noi!". A dirlo sono gli studenti dell'Uds,
l'Unione degli studenti, che a Cagliari, Nuoro, Sondrio e
Bergamo sono scesi in piazza ancora una volta contro la maturità
e questo modello di PCTO.
"Non si tiene conto delle difficoltà degli ultimi anni, un
Esame privo di senso - denunciano gli studenti - Non riteniamo
che il percorso degli studenti si possa valutare attraverso
questa modalità di esame. Al contrario sosteniamo un approccio
che garantisca al soggetto in formazione di apportare elementi
di soggettività e pensiero critico al processo valutativo,
valorizzando la multidisciplinarietà e il totale percorso di
studi dello studente. Il Ministro continua a non convocarci per
prendere le decisioni, per questo siamo disposti a mobilitarci
finché questo non avverrà".
"In tutto il paese non smetteremo di lottare - conclude Luca
Redolfi, coordinatore nazionale dell'Unione Degli Studenti,
promotrice delle mobilitazioni - finché l'attuale modello di
scuola non cambierà, finché non ci sarà data parola. Da queste
proteste lanciamo gli Stati Generali della scuola pubblica, un
momento storico per il nostro paese, in cui studenti e
studentesse da tutta Italia si riuniranno a Roma assieme a
realtà politiche e sociali, per ricostruire un nuovo immaginario
di scuola. La politica ci deve ascoltare".
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