(di Ezio De Domenico)
(ANSA) - CATANZARO, 03 GEN - Francesca Prestia, la
"cantastorie calabrese", ha avviato una collaborazione con
Angelo Sicilia, l'inventore dei pupi antimafia che da anni porta
i suoi spettacoli in giro per l'Italia e per l'Europa. Una
collaborazione che è finalizzata alla messa in scena di un'opera
marionettistica e musicale dedicata alla testimone di giustizia
Lea Garofalo, uccisa nel novembre del 2009 dal compagno Carlo
Cosco, condannato all'ergastolo, ed a tutte le donne calabresi
vittime della 'ndrangheta.
Per la prima volta i pupi di Angelo Sicilia affiancheranno
Francesca Prestia, che racconterà in forma musicale le emozioni,
i turbamenti, il coraggio e la gioia di vivere delle donne che
hanno pagato con la vita la loro ribellione alla 'ndrangheta ed
il loro desiderio di riscatto. "I pupi - dice Francesca Prestia
- diventeranno 'pupe'. Dagli eroi antimafia di cui è disseminata
la storia della Sicilia e della Calabria si passa alle 'eroine'
che si sono immolate per il loro impegno in favore della
legalità. Perché si sa che il futuro è donna. Per me è una
grandissima emozione collaborare con Angelo Sicilia, artista
palermitano che stimo e apprezzo per la sua preparazione e il
coraggio che ha avuto a rompere la rigidità dei copioni
tradizionali dell'arte dei pupari siciliani. E lo ha fatto
aprendosi alla narrazione delle storie di eroi contemporanei
come don Pino Puglisi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Pio
La Torre, Peppino Impastato e Placido Rizzotto".
L'opera dedicata a Lea Garofalo potrebbe rappresentare
l'inizio di una serie di rappresentazioni dedicate alle eroine
dell'antimafia calabrese, che sono tante e forse non
adeguatamente valorizzate. "Bisogna impegnarsi - dice ancora
Francesca Prestia - per sostenere quelle donne calabresi che in
questo momento, tra tante paure e tanti rischi, si stanno
impegnando per scardinare i rigidi automatismi che
caratterizzano la criminalità calabrese, basata principalmente
sui legami familiari che portano a tramandare di padre in figlio
ruoli e destini. C'è bisogno per la Calabria e per i calabresi
di un nuovo futuro che può arrivare già nel 2020. E in questo
senso le donne possono dare un importante contributo per la
costruzione di una Calabria che poggi le sue fondamenta sulla
legalità, la giustizia e la fattiva attenzione per il futuro dei
giovani". (ANSA).
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