"I rischi per la salute, la
necessaria mancanza di contatti con l'esterno, e per voi le
visite e i permessi aboliti, come pure la mancanza di
possibilità di qualche lavoro, fa sì che il carcere diventi
ancor più problematico di quanto non lo fosse già nel passato.
Forse anche come Chiesa, dovremo trovare nuove forme suggerite
dall'amore e dalla fantasia, e soprattutto dal Vangelo". E'
quanto ha affermato il cardinale Gualtiero Bassetti nel corso di
una sua visita al carcere di Capanne, a Perugia, dove ha
salutato una rappresentanza di detenuti.
"Ho visto, girando per l'Italia, in qualche diocesi - ha
aggiunto, il presidente della Cei e arcivescovo di Perugia -
delle case in cui si accolgono i carcerati quando arrivano verso
il fine pena, oppure coloro che, ottenuto il permesso, non hanno
la possibilità di tornare in famiglia. Credo che anche da parte
della nostra diocesi sarà opportuno pensare a tali iniziative di
carità, perché particolarmente i carcerati possano sentirsi
amati, rispettati e accolti".
"Vi sono vicino - ha detto ancora, fra l'altro, il cardinale ai
detenuti presenti - vi penso quotidianamente. Tutte le mattine,
quando mi reco a pregare nella mia cappella, il pensiero corre
veloce verso Capanne. Per me voi ci siete, siete nel cuore del
vostro vescovo. Mi dia il Signore la forza, nonostante la
fragilità dei miei 78 anni, di poter fare ancora qualche cosa di
buono per voi, fratelli e sorelle carissimi".
Il cardinale - riferisce l'archidiocesi - è stato accolto
dalla direttrice Bernardina Di Mario e dal comandante della
polizia penitenziaria Fulvio Brillo.
"La mia - ha spiegato Bassetti - non è una visita di cortesia
e neppure frutto di un invito ufficiale. Ho sentito il bisogno
di essere per un po' in mezzo a voi. Naturalmente, come i tempi
del coronavirus ce lo consentono, con mascherina e guanti. E
questo mi mette un po' a disagio".
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