L'emergenza Covid ha colpito duramente il settore della moda e del lusso. Gli occupati del comparto "rimasti a casa, non ancora licenziati per il divieto di licenziamento, ammontano a circa 300 mila persone, che rappresentano 300 mila famiglia, di cui 130 mila nel settore retail". Così, nel corso del 'Digital Talk Italia Riparte', la responsabile mercati dell'area mediterranea di Ey, Stefania Radoccia, nel corso del dibattito organizzato con Cassa depositi e prestiti e Luiss Business School.
"Per mantenere l'occupazione bisognerà lavorare sul 'reskilling' e 'upskilling' delle competenze, soprattutto digitali che serviranno per aumentare le vendite online", suggerisce. "Solo ad aprile, c'è stato un -83% nelle vendite e si stima una decrescita del 30-35% nel settore", spiega Radoccia.
Ecco che, aggiunge, "si prevede un aumento della disoccupazione da un 30,4% fino addirittura a un 38%. Ci sono delle stime delle associazioni di categoria che dicono che il 10-15%% dei negozi chiuderanno". Radoccia rimarca come coloro che lavorano nel settore siano "artigiani per la gran parte, perché le aziende del settore sono medio-piccole, oltre il 70% ha un fatturato al di sotto dei 10 milioni di euro mentre quelle sopra i 500 milioni sono meno dell'1%. Sono quindi aziende piccole che lavorano in distretti e per filiere altamente professionalizzate". Ecco che per Radoccia occorre reagire puntando sulla riqualificazione del personale, sulle competenze digitali, visto che la direzione "omnicanale" è quella, per il retail, che si si sta sempre più affermando. Tutto ciò per un settore che vanta, ricorda, "un fatturato di 80 miliardi, circa l'8,5% del Pil, e che ha 500 mila addetti, il 12,5% dell'occupazione complessiva dell'industria manifattura".
In collaborazione con:
EY