"E' un sogno di vita reso reale in passerella": così Stefano Gabbana racconta la sfilata della collezione uomo per la prossima estate e non c'è definizione migliore per uno show che, come sempre, sorprende ed emoziona insieme, con i suoi riferimenti alla tradizione e alla famiglia e i suoi scatti in avanti, che vanno dai millennials alle coppie omosessuali che escono in pedana tenendosi per mano, perché la nuova famiglia è anche questo, e - questo il messaggio della sfilata - è giusto e bellissimo che sia così.
'Dna evolution' è il titolo che Dolce & Gabbana hanno dato allo show, che è un 'ieri oggi e domani' della griffe e non solo. Ad aprire e chiudere la passerella la donna che è il simbolo dell'Italia mediterranea: Monica Bellucci, che appare a sorpresa da una pedana che sorge dal sottosuolo, circondata da modelli e accolta dagli applausi. "L'ultima sfilata di Monica è stata nel 1992 per noi - racconta Stefano Gabbana - come abbiamo fatto a convincerla? E' bastata una telefonata". Idem con Naomi Campbell e Marpessa, entrambe vestite con completi pantalone da uomo, entrambe bellissime. Insieme a loro i modelli storici della maison, come Enrique Palacios, in passerella con moglie e figlio, cantanti come Cosmo e Tommaso Paradiso, i figli di, i millennials e la gente presa dalla strada: le nonne con la tuta da jogging, la mamma con il completo nero e il figlio con la maglia di rete, le coppie di ragazze omosessuali in completo bianco, che escono tenendosi per mano. Perché "il nostro obbligo è pensare a tutti, non solo ai 50enni e ai millennials perché la moda - sottolinea Stefano - parla a tutti al di là di qualsiasi età e etnica. Questa è la fortuna della moda e la nostra fortuna è la possibilità di esprimerla in modo sempre diverso". Questa capacità di fotografare il mondo così com'è oggi nasce dalla consapevolezza che "attraverso quello che facciamo raccontiamo noi stessi: questo - dice Gabbana - sono io". E' la forza di un Dna fatto di Sicilia e famiglia, ma anche di contrasti tra sacro e profano, tradizione e innovazione, capace di parlare a tutti perché "prima la moda era per pochi, oggi è per tutti e non parlo di fast fashion ma di comunicazione, il nostro è un messaggio che piace". Molto attivo sui social, Stefano Gabbana nei giorni scorsi è stato al centro di una polemica web perché ha definito 'brutta' Selena Gomez. Apriti cielo: Riki e Miley Cyrus hanno attaccato Stefano e qualche hater è arrivato addirittura a offese pesanti.
"Mi sono stupito di quanto successo, mi danno un potere che non ho, comunque - dice Stefano - lo rifarei perché sono spontaneo.
Selena Gomez non la conosco, il mio commento riguardava solo il vestito ed è stato strumentalizzato. Quella degli hater è una sorta di ribellione, non è bello ma è il web e comunque - aggiunge - in due giorni ho guadagnato 120mila follower".
Dal mondo del web alla realtà, con la gente presa per la strada a rappresentare il mondo così com'è. E' una risposta alle dichiarazioni del nuovo ministro della Famiglia Fontana? "Dei ministri non me ne frega niente, a me - conclude Gabbana - interessa solo il mio lavoro", che non è solo far (bei) vestiti, ma tramite essi raccontare un mondo nuovo e già reale. Un mondo dove si gira con le mascherine antismog (ma coperte di brillantini), con gli occhiali con le scritte che cambiano grazie a una app, con la T-shirt di pizzo e la blusa con stampe, scritte e ricami, la felpa sportiva e i pantaloni damascati, la giacca da camera e il parka camouflage, la marsina rossa punteggiata di cristalli e il doppiopetto, lo smoking e la pelliccia intarsiata, il giubbino di pelle dipinto a mano nato per lui e indossato da lei, la scarpa a calza e lo scialle di pizzo da vedova siciliana, il bomber con le croci dorate e i pantaloni da pescatore ricamati.
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