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Moda

Nell'America del #metoo, crisi per lingerie da boudoir di Victoria's Secret

Brand intimo sexy perde Ceo, non piu' in linea con i gusti delle clienti

US model Devon Windsor al Victoria's Secret show dell'8 novembre 2018 © EPA
  • di Alessandra Baldini
  • NEW YORK
  • 18 novembre 2018
  • 18:52

 Ha da poco aperto una nuova flagship lungo il "miglio d'oro" di Fifth Avenue e l'anno scorso ha portato per il suo show annuale le donne piu' belle del mondo a Shanghai. In patria pero' Victoria's Secret sta perdendo i pezzi. Alle clienti americane dell'anno del #MeToo non piace piu' la catena di lingerie pensata per soddisfare le fantasie del maschio eterosex.

Reggiseni a balconcino, trasparenza, pizzi neri, raso frusciante, sexy spinto o ingenuo neo-vittoriano: sono oltre 40 anni che Victoria's Secret, fondata da una coppia di San Francisco il cui "lui" non voleva piu' sentirsi imbarazzato ad accompagnare la sua "lei" nell'acquisto della biancheria, domina il mercato dell'intimo. La catena i cui negozi sono all'insegna del rosa shocking e' ancora la number one negli Usa ma il primato sembra decisamente in declino.

"Il sesso non vende", ha decretato il "Wall Street Journal" di fronte a un calo del 41% del 41% del titolo del gruppo L. Brand a cui fa capo la catena. Un anno fa in una analisi di mercato di Wells Fargo il 68% degli interpellati aveva dichiarato che le offerte della catena gli piacevano "meno che in passato", mentre sei su dieci pensavano che il brand fosse "falso" o "forzato". Le dimissioni mercoledì della Ceo Jan Singer dopo una polemica seguita a frasi anti-trans di un altro executive del gruppo, sono state l'ennesimo segnale che qualcosa non funziona piu' nel rapporto tra Victoria's Secret e le consumatrici.

Un problema e' certamente l'e-commerce, un altro il fatto che le donne vogliono indossare biancheria piu' comoda dei reggiseni a balconcino coi ferretti e le imbottiture del "miracle bra" che negli anni '90 fece la fortuna del brand. Mentre spopolano tra le consumatrici gli stili ispirati allo sport, il marketing da 'boudoir' non aiuta: l'ultima sfilata a New York degli "Angeli" di Victoria's Secret - in passerella star come Adriana Lima, Gigi e Bella Hadid, Kendall Jenner, Karlie Kloss e Winnie Harlow in reggiseno, tanga e tacchi a spillo - e' stata l'esatta fotocopia della prima organizzate nel 1995 davanti a maschi miliardari il cui conto in banca era indirettamente proporzionale ai centimetri di stoffa addosso alle top model. L'appuntamento, in onda il 2 dicembre su Cbs, ha avuto il suo corredo di polemiche: in controtendenza con modelli di bellezza ispirati alla diversità', il Chief Management Officer Ed Razek, intervistato da Vogue, ha spiegato che Victoria's Secret non include modelle trans o "extralarge" nella colossale stravaganza perche' la passerella deve essere "una fantasia".
   

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