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Nero, latex, spallone anni '80, tre tendenze moda da Parigi

Nero, latex, spallone anni '80, tre tendenze moda da Parigi

Concluse le sfilate per il prossimo inverno

05 marzo 2020, 20:28

DI Patrizia Vacalebri

ANSACheck

Balmain - Runway - Paris Fashion Week Women 's FW 20/21 © ANSA/EPA

Balmain - Runway - Paris Fashion Week Women 's FW 20/21 © ANSA/EPA
Balmain - Runway - Paris Fashion Week Women 's FW 20/21 © ANSA/EPA

   NERO, LATEX E SPALLONNE ANNI OTTANTA ecco le tre tendenze più vistose delle recenti sfilate di pret a porter a Parigi.     Da Louis Vuitton, 200 personaggi della storia sono in tribuna per un omaggio alla storia della moda firmato dalla costumista quattro volte premio Oscar Milena Canonero. Sono personaggi femminili che oscillano in un arco temporale che va dal XV secolo al 1950. In accordo con questa rottura di tempi e stili, dopo secoli al Louvre sfilano i capi disegnati da Nicolas Ghesquiere per Vuitton, carichi di citazioni. Abiti da ballerina dalle gonne gonfie di strati di tulle (un riferimento al New Look di Dior?) e corsetti scolpiti con intarsi di pelle, capospalla con interventi di pelle rossa e bianca come lampi su fondo nero, spallone anni Ottanta, boleri da torera, pantaloni in pelle, leggins abbinati al chiodo. Una costante degli outfit sono le iconiche borse con logo della maison francese nei nuovi modelli e in quelli classici.

  Leggins in latex con la giacca madras con le spallone e la camicia col fiocco iconico della maison a chiudere il collo per la Catwomen fetish di Sain Laurent, disegnato da Anthony Vaccarello, che sfodera colori pieni come il blu elettrico, il rosso sangue e il fucsia da alternare al nero voilà, per una donna dalla femminilità esplicità che non deve chiedere mai.

La nuova collezione pret a porter di Valentino disegnata Pierpaolo Piccioli, da diverse stagioni convertitosi al colore, almeno nell'alta moda, ha soprendentemente colpito per la sua scelto cromatica del total black come colore dominante. "Questa collezione - spiega lo stilista - nasce dal desiderio di concentrarsi sull’umanità degli individui per rappresentare ed esaltare i loro sentimenti ed emozioni, senza distinzioni di età, genere, razza e disposizione". I codici del classico e del vestire in uniforme sono lo strumento scelto da Piccioli per promuovere "l'uguaglianza". "Le uniformi - aggiunge - sono generalmente percepite come qualcosa che cancella l’individualità. Se valutate con maggiore attenzione, tuttavia, le uniformi mettono in primo piano la persona. Rigoroso ed efficiente, l’abito scompare e il viso, i gesti e le maniere si possono davvero percepire, restituendo l’essere umano in tutto il suo splendore".

 Forme minimali e grafiche, colori puri che spaziano dal rosso fuoco al verde smeraldo in un gioco ironico e divertente di look opposti che per una strana magia che si chiama stile riescono ad armonizzare, a raggiungere quella perfezione "imperfetta"che piace tanto a Miuccia Prada. Mai come questa volta la sfilata di Miu Miu a Parigi è stata trasformata in un vero e proprio show, scandito dalle note di David Bowie, con un cast stellare di modelle, tra cui anche un'inedita Rita Ora. In pedana outfit dalle silhouette allungate. Maxi cappotti stetti in vita da cinture sottili, ma in un punto del corpo più alto del solito appena sotto al seno. Scintillii di Swarovski su abitini fascianti neri tocchi metallici e lunghezze che denunciano l'ìimpiego di tanti tessuti contraddistinguono queste giovani donne, che giocano con l'eleganza e gli stili passando dalla marinara alla vamp. Sfilano cappotti in ecopelliccia simil lince o simil lepoardo. Abiti in pelle. Tute aderenti abbinate a piccolissime maglie monobottone.

Nero anche da Givenchy, dove la direttrice creativa Clare Waight Keller, in sella dal 2017 alla maison francese la cui più celebre testimonial fu Audrey Hepburn, utilizza una palette cromatica minimal dove le uniche alternative al total black ìsono il grigio e il rosso.   

Spallone anni Ottanta da Balmain che punta a una nuova silhouette dove le spalle importanti le maniche e la parte alta del corpo diventano il punto focale della nuova silhouette.  Da Balmain, il direttore creativo Olivier Rousteing svela "Sono stato ispirato dal film Wonder boy che mi ha aiutato ad avere risposte sulla mia storia, io orfano che non conosceva le sue origini (sono mezzo etiope, mezzo somale e 100% francese cresciuto ossessionato con domande su eredità, razza, appartenenza, cresciuto a Bordeaux, forse la città più borghese di tutta la Francia, ho imparato da un in tenera età che alcune classi, club e cricche erano chiusi a qualcuno che mi assomigliava, e ho trascorso innumerevoli ore sognando e complottando su come potessi aprire quelle porte ed essere accettato. Molti dei codici di un mondo che era una volta oltre la mia portata sono parti fondamentali di questa collezione, tra cui stili equestri classici, i motivi arlecchino e le sciarpe di seta. Sia il mix di colori (un'abbondanza di cognac e blu profondo) che i tessuti ricchi (sete e cashemere) sono quelli associati a un mondo rarefatto di vecchie famiglie, privilegi e ricchezza. Naturalmente, l'eredità di Balmain rimane molto presente. Abbiamo analizzato il classico Jolie di M. Balmain, silhouette da signora, e il nostro iconico blazer a sei bottoni. Il nostro atelier ha dimostrato ancora una volta la sua formidabile abilità sartoriale attraverso il trattamento unico nel suo genere del lattice Atsuko Kudo: top pieghetti e drappeggiati sapientemente per una sensualità sorprendente. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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