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Memoria Inclusione Autonomia, la storia di Maria che ha vinto la camorra

Memoria Inclusione Autonomia, la storia di Maria che ha vinto la camorra

Con altre 10 donne ha fondato un'associazione che ora lavora in un bene sottratto ai boss

10 marzo 2019, 11:33

Redazione ANSA

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Masseria Ferraioli ad Afragola, un bene sottratto alla camorra. Foto courtesy Fa ' la cosa giusta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Masseria Ferraioli ad Afragola, un bene sottratto alla camorra. Foto courtesy Fa ' la cosa giusta - RIPRODUZIONE RISERVATA
Masseria Ferraioli ad Afragola, un bene sottratto alla camorra. Foto courtesy Fa ' la cosa giusta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Memoria Inclusione Autonomia sono le tre parole fondanti dell'associazione Mia, una no-profit tutta al femminile che intende costruire un universo di relazioni sociali ed economiche attraverso i valori di giustizia e solidarietà in un territorio difficile come quello di Afragola. Sono tutte donne, come Maria che a Fa' la cosa giusta 2019 a Milano ha raccontato la sua storia anticamorra, una parola, camorra, che ci ha messo più di dieci anni per riuscire a pronunciare di nuovo. "Ogni volta che prendo in mano una zolla di terra dico: camorra non hai vinto, ora ci sono io”. Ha 35 anni, ma appena ventenne è stata presa di mira da un giovane boss che ha cominciato a perseguitarla, con telefonate e pedinamenti. “Sono vittima di stalking, di una violenza psicologica che mi ha annientata”. Per 17 mesi ha subito, fino a quando è crollata. “Ho perso anche il lavoro. Non mangiavo più, non mi alzavo dal letto, non andavo in bagno a farmi una doccia perché avevo paura che qualcuno mi spiasse”. E il suo stalker, dopo averla “ridotta a una larva”, ha smesso di importunarla. “Ha preso di mira un’altra ragazza,che ho cercato di aiutare. Ma ero distrutta ed ero caduta in depressione”.

Maria con un'altra decina di donne lavora ora all’interno della masseria Antonio Esposito Ferraioli di Afragola, uno dei beni confiscati alla camorra più grandi dell’area metropolitana di Napoli. Si estende su una superficie di circa dodici ettari e dal 2017 è stata assegnata a una rete di cinque organizzazioni: il Consorzio di cooperative sociali “Terzo Settore”, la Camera del lavoro metropolitana di Napoli, la cooperativa sociale “L’uomo e il legno”, la cooperativa Giancarlo Siani e l’associazione di volontariato “Sott’e’ncoppa”.

La storia di Maria "dal ricatto della violenza a protagoniste di un’impresa sociale” è una storia di rinascita e autoaffermazione, spiega nell'incontro  allo stand della Cgil Lombardia, alla fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili organizzata a Milano da Terre di mezzo (8-10 marzo,Fieramilanocity).

“Penso sia importante che io possa raccontare quello che ho passato -aggiunge Maria-. Ora mi sento bene, ho energia. Ma ci ho messo più di dieci anni per liberarmi dalla depressione e dalla paura. Chi non vive un’esperienza del genere fa fatica a capire cosa si prova. A volte ho difficoltà anch’io a trovare le parole giuste”. Per Maria la vita è cambiata decisamente in meglio quando, su consiglio di un’amica, ha deciso di partecipare al bando ‘Uscire dal silenzio'(finanziato dalla Costa Crociere Foundation), lanciato dalle associazioni che gestiscono la Masseria Ferraioli. “Abbiamo seguito corsi di formazione e stiamo per avviare un’impresa sociale che si occuperà della trasformazione e vendita dei prodotti agricoli della Masseria stessa”. Maria cura anche uno dei cento orti creati all’interno della Masseria e assegnati a cittadini di Afragola. “Per me è come una rivincita. È stato un boss della camorra ha rovinarmi, ma io oggi sono qui e curo un bene tolto alla camorra”, dice soddisfatta.”

Con lei altre donne e un progetto di fare rete: operano nella Libera Masseria di Cisiliano (Milano), un bene confiscato alla 'ndrangheta e che ora è diventato oltre che un bene recuperato anche un luogo di educazione alla legalità.

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