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Troppo stress e poca privacy, la Generazione Z stacca con i social

Troppo stress e poca privacy, la Generazione Z stacca con i social

Digital Society Index, un quarto dei giovani 18-24 anni riduce attività online e disattiva account

30 luglio 2020, 19:30

Redazione ANSA

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Cuffiette per ascoltare la musica foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cuffiette per ascoltare la musica foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cuffiette per ascoltare la musica foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un quinto dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha disattivato i propri account sui social network (ma il dato cresce fino a un quarto in alcuni paesi come l’Italia), mentre un terzo sta limitando l’utilizzo dello smartphone durante la giornata. L’ultimo sondaggio della Digital Society Index condotta a livello globale da Dentsu Aegis Network rivela come la Generazione Z stia riducendo la quantità delle proprie attività online. Lo studio condotto su oltre 5.000 GenZers in tutto il mondo, è parte di un’indagine condotta su una popolazione mondiale di 32.000 persone, realizzata al culmine della pandemia da Covid-19, e che ha esaminato il rapporto con la tecnologia e i brand.

L’analisi rivela che, nonostante il lockdown abbia portato ad un aumento dell’attività online, un quinto (17%) dei GenZers ha disattivato i propri account sui social media negli ultimi 12 mesi. Una tendenza particolarmente evidente in tutta Europa da nord a sud (dal 34% dei giovani finlandesi al 30% nella penisola iberica). Anche l’Italia ha un dato sopra la media: da noi si arriva al 25% di utenti tra i 18 e i 24 anni che hanno disattivato un profilo. A livello globale, un terzo (31%) ha limitato il proprio tempo trascorso online o guardando il proprio smartphone. In Italia, il 35%. Quasi la metà (il 43%; in Italia il 44%) ha adottato misure per ridurre la quantità di dati condivisi online, come cancellare la cronologia delle ricerche o rinunciare ai servizi di geolocalizzazione. Misure che indicano una forte consapevolezza da parte dei GenZers di come e quanto i loro dati possono essere utilizzati e di alcuni degli impatti negativi percepiti della tecnologia sulla società. Più della metà di loro (58%), infatti, non si fida delle aziende tecnologiche a causa delle preoccupazioni sull’utilizzo dei propri dati. La probabilità di abbandonare un’azienda che usi male o perda i nostri dati, per gli italiani è al 68%.

Quattro giovani su dieci (37%) credono che i social media abbiano un impatto negativo sul dialogo politico nel proprio paese. Questa opinione è la più alta in Ungheria (56%), seguita da Australia (50%) e Stati Uniti (48%); anche in Italia siamo al 43%, sopra la media globale. Per i giovani anche i problemi di salute mentale destano grande preoccupazione. Quasi la metà della GenZen ritiene che l’utilizzo personale della tecnologia abbia un impatto negativo sul proprio benessere psico-fisico. Questo è particolarmente sentito in paesi come la Spagna (59%), Australia (55%) e Francia (53%).

Ma nonostante queste preoccupazioni, dallo studio si evince che i GenZers sono fiduciosi che la tecnologia, in futuro, produrrà più effetti positivi che negativi. Due terzi (62%) sono ottimisti sul fatto che le tecnologie digitali aiuteranno a risolvere le sfide più urgenti del mondo e questo sentimento si fa sentire maggiormente a Hong Kong (78%), seguito da paesi come la Polonia, Finlandia e il Messico (75%). La metà dei GenZers ritiene inoltre che l’AI e la robotica creeranno opportunità di carriera per loro nei prossimi 5-10 anni, significativamente al di sopra della media. Tuttavia, ciò porta nuove aspettative con quasi tre quarti (72%) della Generazione Z che ritiene che le aziende dovranno dimostrare come il loro uso della tecnologia avvantaggerà la società nei prossimi 5-10 anni. Masaya Nakamura, CEO Solutions di Dentsu Aegis Network, dichiara: “Il nostro sondaggio svela il consumatore digitale del futuro: i giovani tra i 18-24 anni. Esperti di tecnologia che stanno riprendendo il controllo dei loro dati e delle attività online, sia per prendersi cura del loro benessere sia per rispondere alle preoccupazioni su come le aziende e le organizzazioni possano abusare dei loro dati. Tuttavia, rimangono estremamente positivi riguardo al più ampio impatto della tecnologia sulla società”. Secondo Gabriella Piergianni e Giulia Alleonato, strategist di Dentsu Aegis Network specializzate nell’analisi del target “Gen Z”, “Questa è una generazione realistica, pragmatica e analitica. Anche per loro, con un’accelerazione dovuta al lockdown, lo stile di vita sta cambiando. Nonostante la fiducia nella tecnologia, la presa di coscienza su un futuro non semplice sembra avere influito anche sull’elemento chiave della loro definizione sociologica, quindi sul loro rapporto con i social network”.

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