Terza contrazione consecutiva del mercato automobilistico britannico, che dal picco di 2,69 milioni di immatricolazioni nel 2016 è scesa a 2,31 milioni lo scorso anno, con una decrescita - secondo i dati della Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) - del 2% rispetto al risultato del 2018. I consumatori, si legge su manufacturingglobal.com che riporta la notizia, sono frenati negli acquisti per l'incertezza economica che sta caratterizzando il periodo pre-Brexit e, soprattutto, dalle penalizzazioni alla libera circolazione dei modelli con motore diesel, le preferite dai cittadini britannici, a causa delle maggiori restrizioni sui veicoli diesel. ''La Brexit è rimasta la principale preoccupazione del settore - ha dichiarato Mike Hawes, CEO di SMMT - a causa del rischio di dazi del 10% sulle importazioni e le esportazioni di automobili se il Primo Ministro Boris Johnson non riuscirà a negoziare un accordo commerciale con l'Unione europea per il dopo Brexit''. Inoltre le regole ambientali più severe sono un altro problema per l'industria. Anche dopo la Brexit, la Gran Bretagna dovrebbe attenersi ai piani Ue esistenti e quindi al limite di 95 grammi di anidride carbonica per chilometro percorso, che entrerà in vigore nel 2021. Sulla base dei dati del 2019, la media delle auto vendute lo scorso anno in Gran Bretagna ha emesso in 127,9 g/km di CO2, in crescita del 2,7% rispetto al 2018 e sopra la media UE del 2018 di 120,4 grammi, in gran parte a causa della crescente preferenza dei britannici per auto più grandi e con motorizzazione diversa dal diesel.