Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

30 anni Muro Berlino, storia delle Trabant e delle Wartburg

Le rumorose auto della DDR protagoniste della caduta del 1989

Redazione ANSA ROMA

Anche le automobili, e più precisamente le Trabant e le Wartburg, sono state protagoniste 30 anni fa della caduta del muro di Berlino, un avvenimento che ha profondamente modificato la storia con il dissolvimento della separazione tra le nazioni dell'Europa dell'Est e quelle occidentali. A bordo delle Trabant 600 e 601 e delle Wartburg 353 che sono transitate nella notte del 9 novembre 1989, e nei giorni successivi, attraverso il Charly Checkpoint) e gli altri varchi non più presidiati, non hanno viaggiato solo entusiasti cittadini della DDR ma la libertà stessa offerta dalla 'mobilità individuale'. E non è un caso che nella storia industriale della VEB Sachsenring Trabant e della Fahrzeugfabrik Eisenach Wartburg la parola 'stop' sia stata scritta poco tempo dopo l'abbattimento del Berliner Mauer, e questo per l'assurda arretratezza tecnica che derivava dalla volontà di non mutuare in questi modelli il progresso 'occidentale' delle quattro ruote. La Trabant - nome che in tedesco significa satellite, ispirato al lancio dello Sputnik - nasce nel 1957 come risposta dell'industria statale della DDR all'esigenza di portare sul mercato, ad un prezzo relativamente accessibile, un'auto robusta, semplice e adatta a trasportare 4 persone senza particolari pretese nelle prestazioni. Il progetto sviluppato nella fabbrica di Zwickau prevede una carrozzeria 2 porte con ossatura in acciaio e pannelli esterni realizzati in Duroplast, materiale che unisce resina con fibre naturali come lana e cotone. Lo stile replica quello dei modelli occidentali del periodo - tra cui la Simca Aronde - con dimensiono compatte e una abitabilità da utilitaria. Sotto al cofano anteriore vibra e strepita un bicilindrico a due tempi di progetto DKW prima di 500 e poi di 600 cc che sviluppa prima 15 e poi 18 e 23 Cv. Il problema (del tempo) è l'elevato consumo di miscela mentre oggi appare ancora più grave quello delle emissioni, che se paragonato ad un 4 tempi risultano peggiori di 500% per la CO2 e del 900% per idrocarburi incombusti. Proposta nelle versioni Limousine (berlina 2 porte), Universal (giardinetta 3 porte e Trump (cabrio), la Trabant è stata costruita in quattro serie, la prima P50 dal 1957 al 1962, la seconda P601 dal 1962 al 1965, la terza 601 dal 1964 al 1990 e infine la 1.1 del 'dopo muro' modernizzata con il motore 1.050 della Volkswagen Polo. Quest'ultimo tentativo dura fino al 1991, anno della definitiva scomparsa delle 'Trabi' nelle concessionarie, con un totale di 3,12 milioni di esemplari prodotti dal 1957.

La Fahrzeugfabrik Eisenach, da cui origina la Wartburg ha invece una storia più che centenaria che, incredibilmente, si incrocia nel 1928 con quella di Bmw, che addirittura inizia in quel momento la produzione di auto. Fondata il 3 dicembre 1896 dall'industriale Heinrich Ehrhardt la 'Fabbrica di veicoli di Eisenach passa nel 1898 dalla produzione di biciclette e armi a quella di automobili: utilizzando una licenza della francese Decauville produce in Germania la Wartburg, nome di un cartello della zona. Agli inizi del 1900, essendo scaduto l'accordo con Decauville, e a seguito dell'uscita di scena di Ehrhardt, l'azienda diventa Dixi Werke - Fahrzeugfabrik Eisenach, più semplicemente Dixi. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale obbliga a sospendere la fabbricazione della Type U35 fino agli Anni '20. La svolta arriva nel 1927, con la licenza da Austin per il modello Seven, che diventa così Dixi DA-1 3/15. Un anno dopo, però, l'azienda viene acquistata dalla Bmw - che si occupava solo di motori aeronautici e moto - che abbandona nel 1929 il marchio Dixi e trasforma la fabbrica nella sua unità produttiva Eisenacher Automobilwerke. E' proprio da questo impianto, il primo di Bmw dedicato alle automobili, che escono modelli iconici come la 328 e la 303. Ma alla fine della Seconda Guerra Mondiale il Governo sovietico occupa la Turingia e quindi la fabbrica di Eisenach.

Nel 1949 viene proclamata la Repubblica Democratica Tedesca e la ragione sociale della fabbrica ex Bmw diventa Sowjetische AG Maschinenbau Awtowelo, Werk Bmw Eisenach. Per qualche tempo vengono prodotti vecchi modelli Bmw, fino ad arrivare a quando nel 1952 il controllo della fabbrica viene trasferito al Governo tedesco dell'Est. Nel 1953 marchio diventa EMW (Eisenacher Motor Werk) inglobando altri due stabilimenti situati a Zwickau ed a Zschopau. Nel 1956 Zwickau diventa sede della AWZ (Automobilwerk Zwickau), l'altra industria di Stato da ci nasce la Trabant. Ad Eisenach ritorna il vita il marchio Wartburg (resuscitato nel 1955 dopo l'estinzione del marchio EMW) e vengono prodotte auto con motore a due tempi DKW raffreddato a liquido, che prosegue per ben 35 anni. Come per la Trabant anche per la Wartburg la riunificazione della Germania nel 1990, porta alla chiusura della AWE l'anno successivo e alla scomparsa del marchio Wartburg. I lavoratori AWE non perdono però il posto in quanto trasferiti nella nuova fabbrica Opel di Eisenach.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Modifica consenso Cookie