Da uno speciale incontro dei Cavalieri del Lavoro del Gruppo Lombardo impegnati nel settore automotive arriva un appello corale alle parti politiche, a cui l'industria, unita, chiede misure concrete e urgenti per far ripartire un comparto manufatturiero che traina l'intera economia italiana. Con un fondamentale e condiviso presupposto: restituire al settore automotive il peso politico, strategico e economico che i policy maker non sembrano più voler riconoscere. Promossa dal presidente del Gruppo, Giovanna Mazzocchi Bordone, l'iniziativa ha avuto come protagonisti i Cavalieri del Lavoro Reza Arabnia (Geiko Taikisha), Alberto Bombassei (Brembo), Marco Bonometti (Officine Meccaniche Rezzanatesi), Giancarlo Dallera (Cromodora Wheels), Pierino Persico (Persico), Pier Luigi Streparava (Streparava) e Marco Tronchetti Provera (Pirelli & C.). La richiesta che è scaturita dal confronto fra questi grandi protagonisti del mondo automotive è quella di promuovere una politica a livello europeo finalizzata all'adozione di un piano strategico di rilancio condiviso tra tutti i Paesi, stanziare una politica di incentivi fiscali 'veri' che si concentri anche sulla formazione del patrimonio umano, favorire una razionalizzazione del costo del lavoro e dell'energia: sono queste alcune delle proposte emerse durante uno speciale incontro dei Cavalieri del Lavoro del Gruppo Lombardo impegnati nel settore automotive.Indispensabile, in questo, è il ruolo dell'Europa, che deve porre le basi per un piano di rilancio comunitario, al centro del quale l'Italia deve avere un ruolo primario: ''L'Europa deve giocare la sua partita lavorando sulla competitività - ha sottolineato Marco Tronchetti Provera - E l'Italia vanta indubbie competenze ed eccellenze anche nella formazione''. Una visione condivisa anche da Alberto Bombassei: ''sono d'accordo sulla necessità di una politica a livello comunitario affinché le varie industrie nazionali seguano lo stesso percorso. Invece ogni Paese ha scelto la propria strada, anche se bisogna ammettere che Spagna e Francia hanno varato programmi di sostegno davvero importanti''. Gli incentivi varati dal Governo italiano, ritenuti invece ''inadeguati'' rischiano, secondo Marco Bonometti, di cancellare il mercato dell'auto. Sono necessarie misure diverse e più concrete: ''Vanno approvati aiuti veri. Per esempio, garantendo l'esenzione o il recupero dell'Iva ai modelli sotto i 25 mila euro, con un meccanismo proporzionale che limiti il sostegno sulle vetture più care. Poi va consentito alle aziende di scaricare integralmente il costo d'acquisto, d'esercizio e del carburante, alleggerendo nel contempo il carico fiscale.
Soltanto così si potrà risolvere il problema dell'anzianità del circolante, con 13 milioni di mezzi pre Euro 4. Basterebbe sostituire questo mare di veicoli inquinanti per avere una riduzione immediata delle emissioni di CO2 attorno al 50%''. E sulla necessità di sostenere diversamente l'industria si è soffermato anche Reza Arabnia, che ha ricordato come difendere il settore auto significhi difendere tutta la filiera, comprese le aziende italiane che sono i principali partner tecnologici e di fornitura per i più importanti produttoridel mondo. ''Oggi bisognerebbe promuovere sostegni per l'occupazione e per aiutare le assunzioni - ha detto Arabnia - E aiutare le aziende a investire senza timori. Ricordo che soltanto l'anno scorso si parlava di alzare le tasse sulle auto aziendali destinate ai dirigenti: è un atteggiamento contrario alla competitività delle imprese, esattamente come dare i soldi alla gente per stare a casa crea pigrizia. La componentistica italiana è stata bravissima nel trovare sbocchi strategici all'estero: ma ha bisogno di sostegno, perché il mondo sta cambiando''.