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Il tumore al testicolo non elimina la possibilità di diventare padri

Il liquido seminale congelato per poter avere figli dopo le cure

Redazione ANSA ROMA

 Il tumore del testicolo cresce a un ritmo del 3% annuo, soprattutto tra i giovani. Ma non è necessariamente un motivo per rinunciare all'eventualità di avere un figlio. La fertilità maschile infatti si può preservare congelando uno o più campioni di liquido seminale. Tuttavia questo è un problema spesso sottovalutato.
    Sia il tumore alla prostata che quello al testicolo possono determinare infertilità, sia in seguito all'intervento chirurgico che per le terapie successive come la chemioterapia o la radioterapia. Ma, mentre si sta diffondendo la preservazione della fertilità femminile grazie alle tecniche di crioconservazione del tessuto ovarico o degli ovociti, molto meno si fa per la preservazione di quella maschile nei pazienti affetti da neoplasie soprattutto dell'apparato urogenitale. "Il liquido seminale congelato non ha le stesse capacità di fecondazione di quello fresco, però è possibile ottenere la gravidanza successivamente. Anche se spesso bisogna ricorrere alla fecondazione assistita", spiega Ermanno Greco, Direttore scientifico del Centro di Medicina della Riproduzione dell'European Hospital di Roma. E' necessario, aggiunge "scegliere un trattamento che dia alte percentuali di successo e non sprechi quello che di tanto prezioso si è conservato". Nei casi più gravi, in cui non si hanno spermatozoi nel liquido seminale, si può ricorrere a tecniche di prelievo testicolare "che hanno dato luogo, come dimostrano i nostri studi, a nascita di bambini sani ed assenza di recidive del tumore", conclude il professor Greco. (ANSA).
   

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