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Dalla fame d'aria alla stanchezza, sintomi scompenso cardiaco

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La fame d'aria, la dispnea anche da sdraiati, derivante da un eccesso di liquido nei polmoni, è un sintomo cardine dello scompenso cardiaco. Ma ve ne sono anche altri da non trascurare, come gonfiore alle caviglie, alle gambe e all'addome, causato dalla ridotta capacità di pompaggio del cuore con conseguente accumulo di fluido negli arti inferiori, profondo senso di stanchezza e mancanza di energia dovuto al fatto che anche i muscoli ricevono poco ossigeno e nutrimento dal sangue, la loro fonte di energia, perdita di appetito dovuta ad un accumulo di liquido intono all'intestino che può causare inappetenza o senso di nausea, rapido aumento di peso per l'accumulo di fluidi nel corpo e deterioramento della memoria e senso di confusione a causa dello scarso apporto di ossigeno al cervello. E poi, come sintomo campanello d'allarme, precoce, anche la necessità di urinare di notte.
È emerso in occasione della presentazione della campagna "Il Cuore non può aspettare". La prevenzione è importante oltre che per la qualità di vita anche per la riduzione dei costi per il servizio sanitario e non solo. Ogni anno lo scompenso cardiaco costa all'economia italiana 3 miliardi di euro e la spesa media per la gestione di un paziente con scompenso cardiaco è di oltre 11.800 euro l'anno. Anche per questo la prima cosa da fare per gli esperti è aumentare la capacità delle persone di riconoscere i sintomi della patologia : meno di una persona su dieci è in grado di identificare tre dei sintomi comuni dello scompenso cardiaco, come dispnea grave, gonfiore delle caviglie, rapido aumento di peso e una su quattro quando li sperimenta aspetta una settimana o più prima di chiedere assistenza medica, oppure non la chiede affatto.

In collaborazione con:
Novartis

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