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Lentezza a tavola invoglia bimbi a mangiare frutta e verdura

Lentezza a tavola invoglia bimbi a mangiare frutta e verdura

Pasti più lunghi di 10 minuti aumentano consumo di 100 grammi

ROMA, 04 aprile 2023, 12:04

Redazione ANSA

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Foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

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 La fretta non è amica della sana alimentazione. La conferma arriva da uno studio coordinato dal Max Planck Institute for Human Development di Berlino e pubblicato su Jama Network Open, secondo cui pasti più lunghi di una decina di minuti e rilassati incentivano i bambini a mangiare più frutta e verdura, senza avere ricadute sul consumo di altri alimenti.
    "Un basso consumo di frutta e verdura aumenta il rischio di malattie croniche non trasmissibili. Eppure i bambini di tutto il mondo mangiano molta meno frutta e verdura rispetto alla quantità raccomandata", scrivono i ricercatori.
    Il team ha verificato l'impatto della durata dei pasti sull'alimentazione coinvolgendo 50 coppie genitore-bambino.
    Tutte le coppie sono state osservate nel contesto di due pasti identici in tutto, tranne che nella durata. Nel primo pasto, gli inservienti hanno annunciato che avrebbero sparecchiato dopo un tempo pari alla durata tipica dei loro pasti a casa (in media, circa 20 minuti). Nella seconda, il tempo è stato aumentato del 50% (circa 10 minuti aggiuntivi).
    Quando c'era più tempo a disposizione i bambini mangiano più frutta senza che aumentasse il consumo degli altri alimenti; inoltre, magavano più lentamente e riportavano un maggiore senso di sazietà a fine pasto.
    Si tratta di risultati importanti, spiegano i ricercatori: l'aumento nei consumi di frutta "corrispondeva a circa 1 porzione o 100 grammi in più. Questo risultato ha un'importanza pratica per la salute pubblica perché 1 porzione giornaliera aggiuntiva riduce il rischio di malattie cardiometaboliche dal 6% al 7%", scrivono. Inoltre, "i pasti familiari più lunghi sono stati associati a una velocità di alimentazione più lenta, a un aumento della sazietà e a minor rischio di obesità nei bambini", concludono i ricercatori.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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