(ANSA) - ROMA, 29 MAR - Quaranta milioni di visite ogni anno
a bambini e adolescenti per un totale di oltre 7.000 specialisti
che operano capillarmente su tutto in territorio nazionale. Sono
questi i due principali dati che rappresentano il lavoro del
pediatria di famiglia italiano: oggi però, affermano gli
specialisti, sono "a rischio equità e universalità della nostra
sanità; diciamo basta a tagli e autonomie, e servono più risorse
per le cure primarie". E' questo l'allarme lanciato dalla
Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) in occasione del
45/mo Congresso sindacale nazionale, che vede riuniti a Roma
oltre 200 delegati.
"Dal 2010 ad oggi i tagli ammontano a circa 37 miliardi -
afferma Paolo Biasci, presidente nazionale FIMP -. Sono così
messi seriamente a rischio i principi di equità ed universalismo
sulla base dei quali oltre 40 anni fa è stato istituito il
Servizio sanitario nazionale. Già attualmente gli italiani
pagano oltre 40 miliardi l'anno per prestazioni sanitarie,
pertanto è necessario un riordino legislativo per evitare
ulteriori derive consumistiche. E chiediamo anche maggiori
risorse per la nostra categoria, a partire dalla borse di studio
che devono essere aumentate. Con questi investimenti - rileva -
possiamo continuare a garantire un buon livello di cure primarie
ai bambini e agli adolescenti".
Tra i temi al centro del Congresso, inoltre, anche il
problema delle disuguaglianze regionali in sanità: "Da anni,
come rappresentanti e tutori della salute dei giovanissimi,
denunciamo come in Italia vi siano troppe differenze tra i vari
territori", conclude Luigi Nigri, vice presidente FIMP. (ANSA).