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Covid:Sebastiani(Cnr),compensato rialzo ma serve altro stop

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Covid:Sebastiani(Cnr),compensato rialzo ma serve altro stop

Sebastiani,azione raffredamento come a Natale.Chiarezza dati sui positivi

ROMA, 24 gennaio 2021, 20:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Siamo riusciti a compensare un rialzo significativo" di contagi da Covid-19 in Italia, l'Rt è sotto 1, ma i dati di questi giorni mostrano "che siamo in frenata". Questa l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac) secondo il quale va fatta anche un'operazione "verità" sui calcoli dei positivi ai tamponi molecolari e rapidi antigenici. Sono solo 10, infatti, ad oggi, sottolinea Sebastiani, le Regioni e Province Autonome che di fatto riportano i valori dei positivi separatamente per i due tipi di test. "È auspicabile che tutte trasmettano i dati in questo modo. Questo rende impossibile al momento il confronto tra tutte le singole regioni-province autonome perchè hanno valori molto diversi della percentuale dei test molecolari da cui dipende il valore della percentuale cumulata fornita dai media".
    Guardando lo scenario attuale, secondo l'esperto, "sarebbe necessario a breve prevedere un altro periodo di 10-14 giorni di 'freddata rossa' per abbassare l'incidenza. Un'azione simile - spiega il matematico - a quella messa in campo per il periodo delle vacanze di Natale, questo almeno in alcune regioni".
    "Occorre ovviamente fare i conti con una serie di fattori che riguardano la società intera ma bisogna capire che lo 'stop and go' che di fatto siamo costretti a fare, come anche altri Stati, avviene in ritardo mentre farlo prima costa meno alla fine, anche in termini economici. Dobbiamo evitare di arrivare di nuovo a far riprendere la velocità di contagi considerando anche che con i ritardi della campagna vaccinale l'azione di protezione delle categorie più fragili è molto rallentatata".
    Non dimentichiamo che da trenta giorni l'incidenza dei decessi oscilla attorno a un valor medio di 475 decessi al giorno.
    Un'azione adesso "significa anche consentire di riavvicinarci al controllo con il tracciamento". In particolare, analizzando la curva media della percentuale dei positivi sui test molecolari per le dieci Regioni-Province autonome che riportano i valori dei positivi separatamente per i due tipi di test, Bolzano, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Trento, spiega Sebastiani "notiamo da tre-cinque giorni segni iniziali di frenata della discesa dal picco di dicembre-gennaio. Lo stesso succede per la maggiore parte delle loro curve analizzate separatamente, come ad esempio per la regione che ha un sesto circa della popolazione italiana, la Lombardia". "Ciò potrebbe essere dovuto ai primi effetti del rilascio delle misure di contenimento di Natale-Epifania avvenuto il 7 gennaio, attesi dopo 10-14 giorni. Per quasi tutte queste regioni non ci sono altre cause evidenti, come ad esempio la didattica in presenza per le scuole superiori, iniziata tra queste solo in Toscana e Trento", afferma ancora l'esperto del Cnr.
    Il valore medio dal 15 al 22 gennaio della percentuale dei positivi sui tamponi analizzati tramite test antigenici rapidi, relativo alle dieci regioni-province autonome che riportano i valori dei positivi separatamente per i due tipi di test, è uguale a circa 1.7%. Invece, quello per i molecolari è 7.7% e quello per entrambi i tipi assieme, diffuso dai media, è 5.5%.
    Quest'ultimo valore si può esprimere come media pesata dei primi due, con pesi pari alle percentuali di test rapidi e molecolari sul totale, rispettivamente pari a 37% e 63%. Se il valore della percentuale dei test molecolari fosse più alto o più basso di quello attuale, ci sposteremmo verso il valore di 7.7% o 1.7% rispettivamente. "È quindi opportuno - conclude Sebastiani - considerare la percentuale dei positivi sui solo test molecolari, che permette anche di proseguire, senza soluzione di continuità, il monitoraggio nel tempo della diffusione dell'epidemia".


  RT EFFICACE SE RECENTE E NON DA SOLO

L'indice di contagio Rt "è un parametro rilevante per monitorare la diffusione dell'epidemia". "Ci sono diversi metodi per stimarlo che differiscono per semplicità e accuratezza e quello utilizzato dall'Istituto superiore di sanità è tra i più accreditati e non è al momento influenzato da altro se non dai dati". Va compreso però se ha un ruolo preponderante "rispetto all'assegnazione dei colori alle Regioni". Così Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac) facendo il punto su questo indice di trasmissione anche dopo la vicenda della Lombardia. Sebastiani ritiene però che "alcuni dati debbano essere resi pubblici". "Ho implementato il metodo utilizzato dall'Iss - spiega Sebastiani - ottenendo stime molto accurate su dati simulati, ma non posso applicarlo per la stima dell'Rt delle diverse regioni-province autonome perchè i dati sperimentali non sono pubblici, come sarebbe invece auspicabile. Viene infatti usato il numero di pazienti COVID-19 che sviluppano i primi sintomi in ciascun giorno del periodo considerato, sequenza che viene trasmessa da ciascuna regione-provincia autonoma all'Istituto Superiore di Sanità, che non la rende pubblica". Inoltre, aggiunge Sebastiani "penso che il monitoraggio dovrebbe descrivere una situazione più recente, mentre ad esempio il monitoraggio del 22 gennaio per il periodo 11-17 gennaio, contiene i valori dell'Rt relativi al 6 gennaio. In relazione a questo, un metodo da me sviluppato molto facile da implementare e di semplice interpretazione, considera le differenze percentuali settimanali della percentuale dei positivi sui casi testati. Il metodo è comunque generale e l'ho applicato con successo anche per determinare il trend recente delle curve dell'incidenza dei decessi e del numero giornaliero di ricoverati in terapia intensiva, nei reparti ordinari". Una delle motivazioni principali per utilizzare numerosi indicatori è proprio quella di minimizzare l'influenza dell'imprecisione o degli errori di ciascuno di essi. "Rimango dunque sorpreso del fatto che sembrerebbe che il cambiamento del solo valore di Rt per la regione Lombardia, immagino per un cambiamento dei dati di incidenza dei sintomi, abbia fatto diventare la regione da rossa ad arancione. Sarebbe quindi auspicabile che l'Istituto Superiore di Sanità rendesse pubblici tutti i dettagli dell'algoritmo, come ad esempio le soglie o i livelli di significatività per i trend di aumento degli indicatori, la combinazione del superamento delle soglie dei parametri di criticità ospedaliera, il superamento del valore 1 per l'intero intervallo di confidenza dell'Rt, etc. In questo modo le regioni-province autonome potrebbero effettuare opportune analisi e determinare gli indicatori che più hanno influito sull'assegnazione del proprio colore ed attuare misure mirate".  

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