Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Sportivi si nasce, ecco il gene chiave per le performance atletiche

Studio italiano, se difettoso riduce resistenza allo sforzo

Redazione ANSA ROMA

  Studiando il Dna di un piccolo paziente, scienziati italiani hanno svelato un gene (VHL) dal ruolo potenzialmente chiave nel successo nello sport: se 'difettoso' (con una 'mutazione'), è deleterio per la perfomance sportiva.
    È il risultato di uno studio su The New England Journal of Medicine, coordinato da Federico Formenti del King's College di Londra insieme a Fulvio Della Ragione dell'Università di Napoli Luigi Vanvitelli.
    Studiando questa proteina si potranno scoprire le basi biologiche della resistenza allo sforzo e alla fatica, anche negli allenamenti ad alta quota.
    Lo studio parte dal caso di un paziente pediatrico con scarsa resistenza allo sforzo, difetti alle 'centraline elettriche' della cellule (mitocondri), eccesso di globuli rossi nel sangue, spiega Formenti all'ANSA: "Nel suo Dna abbiamo scoperto una mutazione a carico del gene VHL che riduce la quantità di proteina omonima nel paziente, portando a una cascata di conseguenze per il metabolismo energetico". VHL, spiega, è una proteina chiave per la regolazione dell'equilibrio dell'ossigeno nelle cellule e quindi è importante ad esempio nello sport ad alta quota. Agisce, infatti, in modo diretto sul cosiddetto 'Fattore inducibile dall'ipossia', proteina che si attiva per sopravvivere in condizioni di poco ossigeno, come in alta quota e protagonista del Nobel per la Medicina 2019, per le sue implicazioni a livello oncologico. 

"I risultati da noi ottenuti - spiega Della Ragione - hanno importanti ricadute sullo sviluppo di nuovi approcci diagnostici e di più efficaci terapie per malattie di grande impatto sociale come i tumori, l'infarto e l'ictus, in cui l'ipossia, ossia la mancanza di ossigeno, gioca un ruolo fondamentale. "Inoltre, la caratterizzazione di questa nuova condizione clinica - sottolinea Silverio Perrotta, docente di Pediatria dell'ateneo campano - consentirà una diagnosi precisa e terapie idonee per i bambini con alterazioni ematologiche, metaboliche ed endocrinologiche che condizionano la loro crescita". Studi futuri, conclude Formenti, potrebbero portare, inoltre, a scoprire altre mutazioni a carico di VHL che siano, al contrario, migliorative delle performance sportive di un atleta.
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA