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Il primo fungo bionico che produce elettricità

Il primo fungo bionico che produce elettricità

Alghe azzurre usate come generatore di energia

08 novembre 2018, 10:29

Redazione ANSA

ANSACheck

Una rete di elettrodi e minuscole alghe stampati in 3D su un fungo champignon per produrre elettricità (fonte: American Chemical Society) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una rete di elettrodi e minuscole alghe stampati in 3D su un fungo champignon per produrre elettricità (fonte: American Chemical Society) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una rete di elettrodi e minuscole alghe stampati in 3D su un fungo champignon per produrre elettricità (fonte: American Chemical Society) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un comunissimo champignon, comprato al supermercato, è stato trasformato nel primo fungo bionico capace di produrre elettricità. Il suo generatore di energia è una rete di minuscole alghe azzurre (o cianobatteri) distribuite sulla sua superficie con una stampante 3D, mentre dei 'riccioli' di grafene raccolgono la corrente. L'esperimento, che sembra quasi uscito da Alice nel paese delle meraviglie, è descritto sulla rivista Nano Letters dal gruppo dello Stevens Institute of Technology del New Jersey coordinato da Manu Mannoor eSudeep Joshi

In natura esistono molti organismi capaci di interagire l'uno con l'altro, a volte con una relazione di simbiosi di cui beneficiano entrambi. I ricercatori hanno voluto realizzare una simbiosi artificiale tra i funghi e le alghe azzurre, dove i primi danno alle seconde riparo, umidità e nutrimento e le alghe danno ai funghi energia per la fotosintesi.

Cianobatteri distribuiti con la stampante 3D aiutano i funghi a generare elettricità (fonte: Sudeep Joshi, Stevens Institute of Technology)



I riccioli di grafene, stampati a fianco delle alghe, possono catturare gli elettroni rilasciati dai batteri durante la fotosintesi, producendo bio-elettricità. Anche se la corrente generata è insufficiente ad alimentare un apparecchio elettronico, una serie di funghi bionici potrebbe produrne abbastanza per accendere una luce a Led e la stampa 3D potrebbe essere usata con altre specie di batteri per svolgere funzioni utili, come la bioluminescenza.

"Per la prime volta abbiamo dimostrato che un sistema ibrido può incorporare una simbiosi artificiale tra due diversi regni microbiologici", commenta Joshi. Un risultato che permette di immaginare "enormi opportunità per la prossima generazione di applicazioni bio-ibride - conclude Mannoor - come batteri che possono brillare, sentire le tossine o produrre carburante".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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