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Un enzima trasforma l'aria in elettricità

Un enzima trasforma l'aria in elettricità

Possibile fonte di energia pulita per i piccoli dispositivi del futuro

17 marzo 2023, 12:27

Redazione ANSA

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 Un enzima sfrutta anche bassissime concentrazioni di idrogeno presente nell’atmosfera per creare una corrente elettrica (fonte: Unsplash) - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Un enzima sfrutta anche bassissime concentrazioni di idrogeno presente nell’atmosfera per creare una corrente elettrica (fonte: Unsplash) - RIPRODUZIONE RISERVATA
 Un enzima sfrutta anche bassissime concentrazioni di idrogeno presente nell’atmosfera per creare una corrente elettrica (fonte: Unsplash) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scoperto un ‘enzima-batteria’, prodotto naturalmente da diversi batteri, che può trasformare l’aria in elettricità: sfrutta anche bassissime concentrazioni di idrogeno presente nell’atmosfera per creare una corrente elettrica. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature e guidata dall’australiana Monash University di Melbourne, apre le porte ad una nuova fonte di energia pulita per i piccoli dispositivi del futuro, che potrebbero anche costituire un’alternativa per quelli ad energia solare.

“Sappiamo da tempo che i batteri possono utilizzare tracce di idrogeno presente nell'aria come fonte di energia per aiutarli a crescere e sopravvivere in ambienti difficili, come il suolo dell’Antartide, i crateri dei vulcani o le profondità oceaniche”, spiega Chris Greening, uno dei coordinatori dello studio insieme a Rhys Grinter e Ashleigh Kropp. “Ma finora non eravamo mai riusciti a capire il meccanismo alla base di questa straordinaria capacità”.

Per colmare questa lacuna, i ricercatori sono riusciti per la prima volta ad estrarre l’enzima-batteria, chiamato Huc, dal batterio Mycobacterium smegmatis, ottenendone una struttura estremamente dettagliata. Hanno così scoperto che l’enzima è incredibilmente efficiente: a differenza di tutti gli altri enzimi conosciuti, infatti, è in grado di lavorare anche con concentrazioni di idrogeno inferiori a quelle atmosferiche, appena lo 0,00005% dell'aria che respiriamo.

Gli autori dello studio, inoltre, hanno dimostrato che è possibile conservare l’enzima purificato anche per lunghi periodi di tempo. “È sorprendentemente stabile: conserva le sue capacità anche dopo essere stato congelato o riscaldato fino a 80 gradi”, commenta Kropp. “Ciò dimostra l’utilità di questo enzima per i batteri che devono sopravvivere in ambienti estremi”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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