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I primi ologrammi di oggetti microscopici - VIDEO

I primi ologrammi di oggetti microscopici - VIDEO

Catturano immagini usando gli elettroni al posto della luce

07 maggio 2019, 18:31

Redazione ANSA

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Rappresentazione artistica di un ologramma (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica di un ologramma (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica di un ologramma (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un altro passo verso i computer quantistici è stato fatto grazie ad un nuovo metodo che consente di ottenere ologrammi super-precisi anche di oggetti microscopici: sviluppato al Politecnico Federale di Losanna (Epfl), cattura immagini 3D sfruttando gli elettroni al posto della luce, che permettono di ottenere un dettaglio estremamente più elevato. La tecnica, pubblicata sulla rivista Science Advances, potrà essere utilizzata nei computer di prossima generazione basati sulle nanotecnologie, per manipolarne le proprietà al livello microscopico.



Negli ologrammi convenzionali, la luce viene riflessa dalle diverse parti dell’oggetto e le differenze nelle distanze percorse permette di ottenere l’immagine in 3D. Tuttavia, questo metodo funziona per oggetti macroscopici, ma fallisce quando si entra nel regno della nanotecnologia. I ricercatori quindi, guidati da Ivan Madan e Giovanni Maria Vanacore, hanno sostituito la luce con gli elettroni: il principio rimane lo stesso, ma la precisione e il dettaglio che si può ottenere con i secondi è molto maggiore. Ad esempio, grazie a questa nuova tecnica hanno potuto registrare addirittura i movimenti delle onde luminose su una superficie metallica.

I nuovi ologrammi frutto degli elettroni saranno un potente strumento per investigare da vicino le proprietà della luce e potranno essere applicati all’informatica quantistica: infatti, usando un microscopio elettronico ultra-veloce, gli elettroni riescono a codificare dati e informazioni ricreando un ologramma luminoso intrappolato in una struttura microscopica. Si tratta del primo passo verso la miniaturizzazione e l’integrazione di dispositivi che sfruttano la luce nei circuiti dei computer.

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