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La Nasa pronta a tuffarsi nell'acqua cosmica

La Nasa pronta a tuffarsi nell'acqua cosmica

Con il telescopio spaziale James Webb, nel 2019

13 marzo 2018, 09:47

Redazione ANSA

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La nebulosa IC 2631 nella costellazione del Camaleonte (fonte: ESO) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La nebulosa IC 2631 nella costellazione del Camaleonte (fonte: ESO) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La nebulosa IC 2631 nella costellazione del Camaleonte (fonte: ESO) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Nasa pronta a 'tuffarsi' nell'acqua cosmica, nascosta nelle gelide nubi molecolari, per scoprire il segreto dell'origine della vita: lo farà con il telescopio spaziale James Webb, il cui lancio è previsto nel 2019.

Gli strumenti all'infrarosso del nuovo telescopio spaziale osserveranno le nubi freddissime fatte di polveri e gas, dal cui collasso nascono stelle e pianeti; sono autentiche fabbriche d'acqua poichè si ritiene che sia racchiusa al loro interno  la maggior parte di quella presente nell'universo. Le reazioni chimiche che danno origine all'acqua avvengono sulla superficie dei granelli di polvere, dove gli atomi di idrogeno si legano a quelli di ossigeno. Sui granelli si formano anche molecole organiche e altre sostanze alla base della vita. Per esempio il carbonio si unisce all'idrogeno per generare il metano e l'idrogeno si lega all'azoto per creare l'ammoniaca.

Grani di polvere cosmici ricchi di molecole organiche (fonte: NASA/JPL-Caltech/R. Hurt)


Tutte queste molecole aderiscono al ghiaccio e il risultato è una collezione di "fiocchi di neve" ricchi di molecole organiche che vengono inglobati nei pianeti durante la loro formazione, fornendo i materiali necessari per la vita così come la conosciamo.

Per comprendere come questi ghiacci si evolvono durante la nascita di stelle e pianeti e, di conseguenza, per valutare se i mattoni della vita possano esistere in ogni sistema planetario, il telescopio James Webb osserverà una culla di stelle in una nube molecolare a circa 500 anni luce dalla Terra.

Si chiama il complesso del Camaleonte, nell'omonima costellazione visibile dal cielo australe. Gli strumenti all'infrarosso mapperanno i ghiacci della nube e le singole stelle per vedere se la loro luce ultravioletta promuova la creazione di molecole organiche complesse. Saranno osservati anche i luoghi di nascita dei pianeti, cioè i dischi di gas e polveri che ruotano intorno alle stelle. L'obiettivo è misurare il ghiaccio a circa 8 miliardi di chilometri dalla stella, che è la regione in cui nascono le comete, che per esempio sulla Terra hanno portato parte dell'acqua degli oceani

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