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Nati 168 cuccioli spaziali, da spermatozoi esposti ai raggi cosmici

Nati 168 cuccioli spaziali, da spermatozoi esposti ai raggi cosmici

Sono topi, tutti in buona salute

14 giugno 2021, 15:58

Leonardo de Cosmo

ANSACheck

Alcuni dei topi nati da spermatozoi esposti ai raggi cosmici per sei anni (fonte: Teruhiko Wakayama, University of Yamanashi) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alcuni dei topi nati da spermatozoi esposti ai raggi cosmici per sei anni (fonte: Teruhiko Wakayama, University of Yamanashi) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alcuni dei topi nati da spermatozoi esposti ai raggi cosmici per sei anni (fonte: Teruhiko Wakayama, University of Yamanashi) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Godono di ottima salute i 168 topi spaziali nati da spermatozoi esposti per sei anni a radiazioni cosmiche a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). L'esperimento è stato ideato per capire se una permanenza prolungata nello spazio possa avere effetti sulla fertilità. Pubblicato sulla rivista Science Advances, l'esperimento è stato condotto dal gruppo dell'Università giapponese di Yamanash guidato da Teruhiko Wakayama.

Nei prossimi decenni il Sistema Solare potrebbe vedere la nascita di avamposti e colonie umane, ma si conoscono ancora poco gli effetti che le radiazioni cosmiche possono avere sul corpo umano. In vista di future colonie abitate in forma stabile, prima sulla Luna e po su Marte, i ricercatori giapponesi hanno voluto analizzare i pericoli delle radiazioni su spermatozoi di topo conservati per anni sulla Stazione Spaziale dopo essere stati disidratati e conservati a basse temperature, in una sorta di liofilizzazione.

La Stazione Spaziale si trova ad una quota nella quale gode ancora della protezione del campo magnetico terrestre, ma è comunque colpita da dosi di radiazioni cosmiche molto più alte rispetto a quelle che raggiungono la superficie terrestre. L'esperimento è cominciato nel 2013, quando sulla Stazione Spaziale sono state trasportate 48 ampolle che contenevano gli spermatozoi liofilizzati di 12 topi.

Una prima serie di ampolle è stata riportata a Terra dopo 9 mesi, una seconda dopo 2 anni e 9 mesi e le ultime dopo ben 6 anni. Una volta riportati a Terra, in laboratorio gli spermatozoi sono stati 'reidratati' e usati per fecondare degli ovuli.

I risultati ottenuti nella prima sessione avevano dato ottimi risultati, nonostante gli spermatozoi avessero accumulato danni nel Dna a seguito delle radiazioni una volta utilizzati per le fecondazioni hanno dato vita a una prole sana, con lo stesso tasso di natalità dei topi 'non spaziali' e con la stessa proporzione tra maschi e femmine. I nuovi risultati relativi a tutte e 3 le sessioni indicano risultati grossomodo simili, tanto che lo studio si è spinto ad ipotizzare che lo sperma conservato in questo modo avrebbe potuto essere conservato con successo, senza subire gravi danni, per almeno 200 anni.

Avamposti come potrebbe essere il futuro Lunar Gateway, a cui partecipa anche l'Agenzia Spaziale Europea (Esa), esporranno a dosi di radiazioni molto più alte ma secondo i ricercatori la conservazione di cellule germinali con le stesse tecniche di liofilizzazione potrebbe comunque garantirne la preservazione per molti anni anche in questi ambienti più estremi.

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