Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

L'impronta della pioggia più antica della Terra

L'impronta della pioggia più antica della Terra

Lasciata 2,4 mld anni fa

25 maggio 2018, 07:01

Redazione ANSA

ANSACheck

Rappresentazione grafica della Terra 2,4 miliardi di anni fa, prima e dopo il Grande evento di ossidazione (fonte: Ilya Bindeman) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione grafica della Terra 2,4 miliardi di anni fa, prima e dopo il Grande evento di ossidazione (fonte: Ilya Bindeman) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione grafica della Terra 2,4 miliardi di anni fa, prima e dopo il Grande evento di ossidazione (fonte: Ilya Bindeman) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La pioggia più antica è imprigionata nelle rocce sedimentarie primitive e risale a 2,4 miliardi di anni fa: è considerata la firma chimica delle prime terre emerse sul nostro pianeta, la cui comparsa ha scatenato drammatici cambiamenti climatici. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve al gruppo del geologo Ilya Bindeman, dell'università americana dell'Oregon.

I ricercatori hanno analizzato 278 campioni di rocce sedimentarie raccolti in tutto il mondo e ne hanno ricostruito la storia chimica fino a risalire al momento in cui sono state esposte agli agenti atmosferici, come la pioggia. L'analisi indica che la prime gocce di pioggia su queste rocce sono cadute circa 2,4 miliardi di anni fa, quando, ha detto Bindeman, le terre emerse erano pari a due terzi di quelle attuali.

Secondo la ricostruzione dei geologi, i continenti sarebbero emersi in parallelo con i cambiamenti su larga scala avvenuti nel mantello, ossia nello strato compreso tra la crosta e il nucleo terrestre. "La crosta deve essere spessa per rimanere fuori dall'acqua", ha detto Bindeman. "Lo spessore - ha aggiunto - dipende dalla sua quantità, ma anche dalla temperatura e dalla viscosità del mantello.

Quando la Terra era calda e il mantello era morbido, non potevano essere sostenute montagne grandi e alte". La ricerca indica che "questo è cambiato in modo esponenziale 2,4 miliardi di anni fa, quando il mantello più freddo è stato in grado di supportare vaste distese di terra sopra il livello del mare".

Per la Terra questo cambiamento è stato 'sconvolgente': la prima terreferma ha modificato il modo in cui il pianeta rifletteva la luce solare, con conseguenze sul clima. Le terre emerse, infatti, hanno fatto diventare la più luminosa la superficie ancora priva di vegetazione, ossia più efficiente nel riflettere la luce, e questo ha fatto raffreddare il clima del pianeta che, secondo Bindeman, per la prima volta ha visto la neve e sperimentato le prime ere glaciali. Si contano, infatti, ben due glaciazioni avvenute nel periodo compreso tra 2,4 miliardi e 2,2 miliardi di anni fa. Questi cambiamenti nell'atmosfera sono stati accompagnati da un graduale aumento dell'ossigeno libero nell'aria, culminato nel cosiddetto Grande evento di ossidazione.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza