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Scoperta la più profonda eruzione vulcanica sottomarina

Scoperta la più profonda eruzione vulcanica sottomarina

A oltre 4.000 metri, sull'orlo della Fossa delle Marianne

04 novembre 2018, 09:58

Redazione ANSA

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I resti dell 'eruzione ripresi dal veicolo Deep Discoverer del Noaa (fonte: Chadwick et al.) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I resti dell 'eruzione ripresi dal veicolo Deep Discoverer del Noaa (fonte: Chadwick et al.) - RIPRODUZIONE RISERVATA
I resti dell 'eruzione ripresi dal veicolo Deep Discoverer del Noaa (fonte: Chadwick et al.) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scoperta l'eruzione vulcanica più profonda mai documentata al mondo: localizzata oltre i 4.000 metri sotto il livello del mare nell'oceano Pacifico, sull'orlo della Fossa delle Marianne, nel 2015 ha riversato un'enorme quantità di magma che a contatto con l'acqua si è cristallizzata formando una distesa di vetro vulcanico di oltre 7 chilometri. La sua evoluzione è descritta sulla rivista Journal Frontiers in Earth Science da un gruppo di ricerca internazionale guidato dall'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) e dall'Università dell'Oregon.

"Sappiamo che la maggior parte dell'attività vulcanica del mondo si svolge negli oceani, ma rimane per lo più inosservata e sconosciuta", spiega il geologo marino Bill Chadwick. "I terremoti sottomarini associati a questo vulcanismo sono generalmente piccoli, e la maggior parte degli strumenti per la rilevazione si trova lontano, sulla terraferma. Molte di queste aree sono profonde e non lasciano alcun indizio in superficie. Tutto ciò rende le eruzioni sottomarine estremamente elusive".

I resti dell'eruzione ripresi dal Deep Discoverer del Noaa (fonte: Chadwick et al.)

 

Quella da record avvenuta vicino alla fossa delle Marianne è stata individuata per la prima volta nel dicembre del 2015 dal veicolo sottomarino autonomo Sentry dell'organizzazione no-profit Woods Hole Oceanographic Institution: allora le prime immagini mostravano la colata di vetro vulcanico ancora intonsa e libera da sedimenti, mentre vicino c'era una fonte idrotermale che emetteva liquido lattiginoso, segno della presenza di lava ancora calda.

Osservazioni successive, fatte nel 2016 con altri due veicoli sottomarini autonomi (il Deep Discoverer del Noaa e il SuBastian dello Schmidt Ocean Institute), hanno mostrato che già ad aprile il sistema idrotermale si era popolato di gamberi e aragoste, mentre specie sessili come anemoni e spugne non erano ancora giunte a colonizzare l'area.

L'eruzione ha dato vita a un nuovo ecosistema popolato per alcuni mesi da crostacei (fonte: Chadwick et al.)

 

Il sistema idrotermale è poi andato verso un rapido declino, segno che l'eruzione era avvenuta nell'arco di alcuni mesi prima della scoperta nel dicembre 2015.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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