ROMA - Prezzi alimentari mondiali in calo dell'1,1% ad agosto, trainati dal ribasso del 6,4% dei listini del mais e del grano. E' quanto mette in evidenza l'indice della Fao che misura le variazioni mensili delle quotazioni delle principali materie prime commercializzate, risultando comunque in aumento dell'1,1% rispetto ad agosto 2018.
Mentre i prezzi dello zucchero sono scesi del 4% rispetto a luglio, fa sapere la Fao, gli oli vegetali sono saliti del 5,9%, segnando il livello più alto degli ultimi 11 mesi dovuto alla ripresa della domanda mondiale di importazioni di olio di palma. In lieve salita anche i listini della carne (+0,5%), con un incremento del 12,3% rispetto ad inizio anno e dei prodotti lattiero-caseari (+0,5%).
Per quanto riguarda le produzioni cerealicole nel 2019, la Fao prevede un calo del grano in Unione Europea e nella Federazione Russa, comunque maggiore del 5% rispetto al 2018.
Sul fronte dei consumi dei cereali, l'anno prossimo dovrebbero raggiungere il nuovo record di 2.715 milioni di tonnellate, sostenuto dal riso con un aumento pro capite di 0,5 chilogrammi rispetto all'anno scorso. Le maggiori prospettive di raccolto indicano che le scorte mondiali di cereali raggiungeranno gli 847 milioni di tonnellate entro la fine della stagione 2020, che tuttavia rimarrebbero al di sotto dei livelli di apertura per circa 16 milioni di tonnellate. Negli Stati Uniti si prevede un marcato accumulo delle scorte di mais, mentre in Cina quelle di grano sono tuttora destinate ad aumentare del 7,9% e a raggiungere il massimo storico.