(ANSA) - VERONA - Le Famiglie Storiche dell'Amarone intervengono sulle recenti misure emergenziali che il Consorzio Tutela Vini della Valpolicella intende proporre, ribadendo l'importanza di "salvaguardare la reputazione e la riconoscibilità di uno dei vini simbolo del made in Italy nel mondo".
"Ci siamo sempre battuti e continueremo a farlo per la valorizzazione delle zone più vocate alla produzione dei grandi rossi della Valpolicella" ha detto Alberto Zenato, presidente dell'Associazione che complessivamente commercializza 2,2 milioni di bottiglie di Amarone, circa il 16% della produzione totale, per un fatturato complessivo di 70 milioni di euro, il 20% del totale delle vendite della DOCG, di cui l'80% destinate all'export. "Per questo - ha aggiunto - riteniamo indispensabile la zonazione, per ridefinire attraverso un approccio multidisciplinare i fattori caratteristici di un terroir che ha una vocazionalità antichissima alla coltivazione della vite, e che oggi rischia di risentire di scelte che tengono conto solo del rapporto tra domanda e offerta, senza proporre nel contempo iniziative idonee a migliorare la qualità del prodotto."
"È necessaria inoltre - ha aggiunto -, una differenziazione di resa e di conseguenza di cernita tra le aree collinari e di pianura. Siamo favorevoli a rese di 100 quintali per ettaro con una maggiore cernita di uva per Amarone nelle zone collinari, e a rese di 120 quintali per ettaro con una minor cernita in quelle pianeggianti.
L'Associazione auspica una revisione condivisa dei disciplinari della Valpolicella: "Riteniamo - conclude Zenato -che sia fondamentale riunire intorno a un tavolo tutti gli attori del mondo vitivinicolo del territorio e aggiornare il disciplinare, tenendo conto del consistente ampliamento delle superfici vitate soprattutto nella parte orientale della denominazione Valpolicella con conseguente aumento delle giacenze dei vini". (ANSA).