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Coop: Guenzi, città dopo pandemia aperte ad alternative

Frontman de Lo Stato Sociale ospite evento 'Cosa sarà'

BOLOGNA ANSAcom

"Come sarà la città domani, quando ritorneremo a stringerci la mano? Dovrà essere una città che sia aperta all'alternativa, questo è quello che ci insegna questa pandemia. Un solo modello di costruzione del mondo porta a una sua implosione. Bisogna avere il bar chic e il centro sociale con la birra a 1 euro, il supermercato e l'agricoltura a chilometro zero con il mercato popolare, la palestra fitness e quella sociale, serve la possibilità dell'alternativa". E' il pensiero, guardando alle città dopo l'emergenza sanitaria, di Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale ospite all'evento di Coop Italia 'Cosa sarà'. Al Teatro Duse di Bologna, una delle 'piazze' del grande streameeting per confrontarsi sui temi per il futuro, il cantante della band bolognese ha cercato di immaginare come cambieranno abitudini, modi di vivere e comportamenti dopo mesi difficili, segnati dalla distanza, per l'emergenza sanitaria. Un periodo dal quale "non ne usciremo bene, ma ne usciremo diversi, quindi va tutto bene. Credo - ha aggiunto Guenzi - che le nostre città avessero già forti problemi nell'accettazione dell'alternativa della socialità o della socialità alternativa. Non voglio parlare solo per giochi di parole, a Bologna, che è civile, libera con una tradizione di integrazione tra persone diverse, c'era già una battaglia interna. C'era una battaglia in atto tra spazi sociali e spazi commerciali, la convivenza tra i due era difficile: gli uni volevano un po' schiacciare gli altri". Poi la situazione è cambiata e lo sguardo verso il domani "deve essere diverso". "Questo mondo è imploso - ha spiegato il musicista - perché, a un certo punto, tutte le energie sono state spese per andare come dei treni in un'unica direzione. E non è quanto quella direzione sia sbagliata o giusta, il fatto è che non è l'unica. Finita questa pandemia, dovremo ritrovarci e ri-conoscerci".

In collaborazione con:
Coop

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