Una bevanda che è sinonimo dello stare insieme e della condivisione non solo oggi ma da almeno il 2.600 avanti Cristo e che è stata compagna fedele per gli italiani anche nei mesi del lockdown, quando si poteva stare insieme solo sui social. La birra ha "qualcosa di sacro che la accompagna da sempre e la rende speciale, legandola a momenti di gioia, di festa, di condivisione - ha spiegato Marino Niola, Antropologo della contemporaneità, condirettore di MedEatResearch, Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, che ha commentato la settima ricerca dell'Osservatorio Birra sulla nuova socialità degli italiani -. Non a caso gli antichi dei della birra erano anche dei dell'ospitalità". Se torniamo indietro nei millenni e arriviamo nell'antico Medio Oriente, nella storia di Gilgamesh lui civilizza Enkidu, "un essere selvaggio e asociale, proprio facendogli conoscere la birra, e siamo nel 2600 avanti Cristo". La produzione della birra "molto probabilmente è stata addirittura fattore che ha determinato il passaggio di noi umani alla sedentarietà - ha continuato Niola - e dalla caccia all'agricoltura. Perché solo stando fermi era possibile coltivare i cereali necessari alla produzione della bevanda". Con la modernità invece la birra è diventata la bevanda democratica, "quella dei lavoratori, degli amici, dei compagni che condividono la fatica ma anche il riposo, lo svago, la festa". Arrivando ad oggi la birra "si conferma un lievito della socialità, dello stare in compagnia" ed è protagonista dei brunch, aperitivi, della partita in tv, che sono "i nuovi riti della condivisione". E anche adesso "che il legame sociale è in sofferenza a causa della pandemia, la birra conferma il suo valore conviviale - ha concluso il professor Niola -. Nei mesi del lockdown gli italiani, non potendo guardarsi e toccarsi, lo facevano brindando affacciati ai balconi, o bevendo insieme ma in remoto".
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Heineken