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Colline Prosecco, 19mila ettari unici ora Patrimonio Unesco

Colline Prosecco, 19mila ettari unici ora Patrimonio Unesco

Coordinatore dossier,paesaggio valore aggiunto non riproducibile

ROMA, 08 luglio 2019, 11:36

Redazione ANSA

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Colline Prosecco, 19mila ettari unici ora Patrimonio Unesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

Colline Prosecco, 19mila ettari unici ora Patrimonio Unesco - RIPRODUZIONE RISERVATA
Colline Prosecco, 19mila ettari unici ora Patrimonio Unesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un'area totale di 18.967,25 ettari nel cuore del Veneto, caratterizzata da una 'buffer zone' di 9.769,80 ettari, la zona "cuscinetto", e quindi dalla 'core area', l'area "centrale" di 9.197,45 ettari dove le protagoniste indiscusse "sono cordonate di colline molto ripide, sviluppate longitudinalmente da est a ovest, da Vittorio Veneto in direzione di Valdobbiadene che formano "un paesaggio affascinante e unico al mondo" che è il "vero valore aggiunto non riproducibile dalla concorrenza del nostro sistema Paese".

Così all'ANSA il professor Mauro Agnoletti della Scuola di Agraria Università di Firenze, coordinatore scientifico del dossier per la candidatura del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella Lista del Patrimonio Mondiale come Paesaggio culturale (Unesco), descrive l'area scelta raccontandone i punti di forza.

Tra i fiori all'occhiello delle Colline del Prosecco, fondamentali per il parere favorevole dell'Icomos, il Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti, organo consultivo Unesco, come spiega Agnoletti "ci sono i terrazzamenti inerbiti con cui dal '600 si coltiva su queste colline ripidissime e il mosaico dei piccoli vigneti circondati da bosco che ha origine dal sistema mezzadrile del medioevo che si è mantenuto fino ad oggi". Agnoletti, che presiede anche il comitato scientifico del programma mondiale 'patrimonio agricolo' Fao aggiunge che "il dossier si è incentrato sulla qualità del paesaggio, traendo spunto dal fascicolo con cui l'area si era iscritta nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali storici del Ministero dell'Agricoltura e tenendo conto dei suggerimenti di Icomos". "Si scorda spesso che i nostri prodotti tipici hanno una qualità non solo legata ai processi produttivi - sottolinea -, ma trovano un valore aggiunto non riproducibile nel paesaggio".

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