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Indonesia: Astoi, gran lavoro assistenza, Bali serena

Indonesia: Astoi, gran lavoro assistenza, Bali serena

Ora clienti capiranno differenza tra fai da te e tour operator

ROMA, 10 agosto 2018, 15:46

di Cinzia Conti

ANSACheck

iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

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BALI - "Non facciamo i sismologi e non possiamo prevedere il futuro ma possiamo dire che l'Indonesia è fatta di tantissime isole diverse e anche distanti tra di loro.
    Il terremoto ha riguardato le isole Gili e Lombok da cui sono riusciti a rientrare via traghetto coloro che erano in vacanza con i nostri tour operator (circa 150 persone) e sono stati sistemati in alberghi di Bali ma sul resto delle isole, dalla più vicina Bali fino alle lontanissime Giava, Sumatra, Sulawesi, la situazione è tranquilla e non ci sono né situazioni di emergenza né danni. E i clienti presenti continuano le proprie vacanze". A fare il punto con l'ANSA è Andrea Mele, vicepresidente di Astoi Confindustria Viaggi che riunisce il 90% dei tour operator italiani. "Per i tour operator specializzati sull'Indonesia - dice Mele - questa è un duro colpo ma la cosa positiva è che davvero tutti i clienti ora capiranno "l'abisso" di differenza che c'è tra viaggiare "in altra maniera" con il fai da te e il prenotare con un professionista. Stiamo facendo un lavoro pazzesco di assistenza in loco, di riprotezione, di rimborso, di ascolto di chi ancora deve partire etc. Chi si è comprato un biglietto per conto proprio, ora perde tutto e non vede una lira. Chi ha comprato un pacchetto, avrà o il rimborso totale o parziale oppure un buono. La differenza è enorme".
    "Il picco delle presenze in queste zone dall'Italia - spiega Mele - avviene tra il 12 e il 20 agosto, quindi la notte del 5 agosto fortunatamente c'era un decimo dei turisti che ci sarebbe stati 10 giorni dopo. Quelli che erano alle Gili sono stati aiutati in prima battuta dagli alberghi (da subito è stato vietato l'accesso alle isole dalle autorità e di conseguenza i nostri operatori non hanno potuto arrivare per fornire diretta assistenza) e, una volta portati a Bali con i traghetti, sono stati accolti dai nostri assistenti e sistemati negli alberghi.
    Alcuni sono voluti ripartire subito, altri hanno proseguito la vacanza. Chi era a Bali e ha sentito la scossa, ha proseguito le ferie. Per chi era a Bali e doveva andare a Lombok abbiamo ovviamente organizzato altri itinerari oppure il rientro". Mele spiega quali sono le tipologie di reazioni di clienti che in questi giorni stanno affrontando agenzie e tour operator: "C'è chi rinuncia perché ha paura e non ne vuole sapere niente: e lì cerchiamo con ragionevolezza o di applicare poche penali e di non applicarne a seconda dei casi. Poi c'è chi accetta un cambio di itinerario e quindi usiamo gli importi delle notti a Lobok e a Gili per prenotare a Bali (che è molto grande e varia). E poi c'è la terza ipotesi di chi non vuole andare in Indonesia ma accetta destinazioni alternativa (cosa per noi assai complessa da gestire perché parliamo ovviamente di altissima stagione e non è facile trovare posto specialmente in Thailandia e Malesia ma c'è anche chi è stato riprotetto a Cuba e Santo Domingo). Ma posso dire che ora, a botta calda, la situazione è molto fluida e molti stanno cambiando idea da un giorno all'altro...".
   

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