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In Provenza per Marilyn e la sua passione per la fotografia

In Provenza per Marilyn e la sua passione per la fotografia

24 ottobre 2016, 15:16

Redazione ANSA

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'I wanna be loved by you ', Marilyn in mostra in Provenza - RIPRODUZIONE RISERVATA

'I wanna be loved by you ', Marilyn in mostra in Provenza - RIPRODUZIONE RISERVATA
'I wanna be loved by you ', Marilyn in mostra in Provenza - RIPRODUZIONE RISERVATA

AIX-EN-PROVENCE - 'Voglio essere amata da te', cantava Marilyn in 'A qualcuno piace caldo' che poi era anche il suo desiderio più grande nella vita, la ricerca dell'amore. Quella canzone è diventata il simbolo della Monroe ed è cosi' che si chiama l'ultima mostra dedicata alla grande attrice 'I wanna be loved by you', che apre oggi nel centro d'arte dell'Hotel de Caumont a Aix-en-Province, nel sud della Francia, e che finirà il 1 maggio.

Nella prima sala un megaschermo ci regala la Monroe che canta la celebre canzone. Quando si tratta di Marilyn non è mai facile trovare nuovi spunti ma è anche vero che allo stesso tempo lei stessa è uno spunto inesauribile di curiosità per il pubblico.

Il tema scelto dall'organizzazione 'Cultureespaces' è il rapporto viscerale di Marilyn con la fotografia. E' lei, infatti,la star più fotografata del suo tempo: non è una casualità ma una vera scelta da parte dell'attrice, dotata di una fotogenia eccezionale, che aveva seguito i consigli di Andres de Denies, uno dei primi ad averla fotografata: "Se vuoi diventare famosa, non rifiutare mai di farti fotografare, l'importante è che ti vedano il più possibile".

Ed è quello che farà: si consacro' alla sua carriera di attrice ma non trascuro' mai la fotografia. A lei piaceva essere fotografata: era capace di telefonare all'ultimo momento a un fotografo per proporsi per una seduta. Nessuno rifiuto' mai: il pubblico non era mai stanco di Marilyn e Marilyn non era mai stanca di darsi all'obiettivo.

Nella prima parte della mostra c'é la biografia di Marilyn con i punti salienti della sua vita, in parallelo agli avvenimenti storici e culturali degli Stati Uniti: tra i filmati l'intervista alla sua segretaria che ricorda la prima volta che l'ha vista "timida, struccata e non bella" e il momento in cui canta il buon compleanno al presidente John Kennedy.

Poi la mostra entra nel vivo del tema, cioé il rapporto di Marilyn con le foto: da modella a pin-up a star, man mano che Norma Jeane diventa Marilyn Monroe, accettando anche di posare nuda per un calendario. Quando il calendario esce, la carriera di Marilyn sta decollando ma lei, invece di farsi travolgere dallo scandalo, spiegherà al pubblico che ha accettato di posare nuda "perché avevo fame". Questa spiegazione la renderà ancora più amata dal pubblico.

In un trionfo di foto di ogni tipo, ritroviamo clichés celebri e altri meno noti: ci sono racconti legati alle foto di Milton Greene, Richard Avedon, Eve Arnold, le serigrafie di Andy Warhol.

Finché si arriva alla seconda parte della mostra, 'La dernière séance' (ultima seduta) di Bert Stern del 1962, un mese prima della morte di lei. Una Marilyn più intima che accetta di farsi fotografare quasi nuda e mostrando la cicatrice sulla pancia di un intervento subito da poco: si svela al grande maestro chiusa con lui per 12 ore in una stanza dell'hotel Bel-Air di Los Angeles. Il risultato è eccezionale ma per Vogue il servizio è troppo spinto e chiede a Stern di rifarlo.

Marilyn accetta di fare un servizio di moda più classico. Ma poi a un certo punto le sembra quasi noioso. Vuole 'ritrovare il piacere': è allora che Stern ritrae una Marilyn abbandonata, più vera, complici anche la stanchezza e il tanto champagne bevuto.
I tre shooting sono quelli che passano alla storia come la struggente 'Dernière séance', composta da 2571 foto. Stern ne sceglierà soltanto 59. Il servizio su Vogue esce il giorno dopo la morte dell'attrice.

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